Art for rights

Trento (Italia) dal 06/11/2014 al 15/11/2014

 

Dal 6 al 15 novembre, presso la sede del Consiglio della Provincia Autonoma di TrentoAtrio Palazzo Trentini in via Manci, 27, Trento – Cesvi proporrà una serie di iniziative per promuovere l’educazione e la consapevolezza pubblica alla solidarietà internazionale. Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, e il sabato, dalle 10 alle 12, Cesvi, con il patrocinio del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, allestirà due mostre fotografiche ad ingresso libero, aperte anche alle scuole tramite una visita guidata gestita dai volontari Cesvi.

Workers: Storia di infanzia negata

Cristina Francesconi fotografa la drammatica realtà dello sfruttamento del lavoro minorile da due punti di vista: da una parte i sogni proiettati sulle pareti colorate; dall’altra, la denuncia di una verità che non può più restare segreta: l’impiego dei bambini nell’accattonaggio, l’utilizzo di bambini soldato, la prostituzione infantile e il traffico di droga. Tutti i ragazzi sono proposti nell’intento di vivere, orgogliosi di poter  organizzare al meglio possibile la loro esistenza.

Let them play

Giovanni Diffidenti racconta i diritti dei bambini attraverso 20 scatti realizzati per rovesciare molti luoghi comuni e mostrare un volto diverso della povertà, senza però dimenticarne gli aspetti più duri. Sorprendentemente, è dai poveri che possiamo recuperare il senso più profondo della creatività: nello sport, nella danza, nelle tradizioni, nel teatro, nella musica, nel gioco.

 

L’iniziativa verrà presentata giovedì 6 novembre dalle ore 17, Sala Sosat, via Malpaga 17, con una cerimonia di apertura in presenza delle autorità e di Giangi Milesi, Presidente Cesvi. Ad arricchire la serata l’Asta Solidale con quadri e fotografia di apprezzati artisti non solo trentini. Parte del ricavato dell’asta sarà devoluto alle tre grandi Case del Sorriso di Cesvi in India che offrono accoglienza, supporto e formazione ai bambini che provengono da situazioni familiari disagiate, allontanandoli dalla sfruttamento di cui troppo spesso sono vittime.

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Fotografia di Cristina Francesconi.