Giornata internazionale dell’acqua

 

Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua, una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1992 con una risoluzione adottata dopo la Conferenza di Rio.

Cesvi, da sempre impegnato in progetti legati all’acqua (costruzione di pozzi, fonti idriche e pompe d’acqua e promozione di attività di educazione all’igiene), considera questa Giornata come un momento di sensibilizzazione sulla questione idrica e vuole porre l’attenzione sul tema dell’accesso all’acqua potabile in contesti di emergenza.

In termini di accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, la situazione globale è allarmante. Nonostante i progressi dovuti al raggiungimento del 7° Obiettivo di Sviluppo del Millennio – che prevedeva il dimezzamento della percentuale di persone senza accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari di base – ancora oggi 748 milioni di persone al mondo non accedono all’acqua potabile, mentre 2,5 miliardi di persone non dispongono di servizi igienico–sanitari. Inoltre, almeno 1,8 miliardi di individui bevono acqua contaminata o erogata attraverso sistemi che non garantiscono un’adeguata protezione contro i rischi sanitari. (WHO/Unicef Joint Monitoring Programme).

Nonostante nel 2010 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia riconosciuto il diritto all’acqua come diritto umano, determinati gruppi sono sistematicamente svantaggiati: ci sono notevoli disparità  a livello regionale, tra le aree urbane e rurali e, tra i più esclusi dall’accesso all’acqua, compaiono sempre le vittime di conflitti. Nei contesti di emergenza, infatti, la mancanza di acqua potabile e le malattie legate ad essa rappresentano una grave minaccia.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2015, Cesvi rinnova il suo impegno a favore degli sfollati interni e delle comunità ospitanti colpite dal conflitto nel Kachin, lo Stato più settentrionale del Myanmar. I Kachin sono una minoranza cristiana di stirpe cinese e un movimento indipendentista nord birmano. Il conflitto tra il governo birmano e i separatisti Kachin – esploso agli inizi del 2011 – continua ancora oggi e ha causato ingenti danni alle infrastrutture, la morte di migliaia di persone e lo sfollamento di oltre 100.000 civili.

“L’azione umanitaria del progetto soddisfa i bisogni principali delle famiglie-sfollate, prevalentemente costituite da donne e bambini, poiché solitamente gli uomini vengono reclutati dalle forze  armate delle parti in conflitto” spiega Alessandro Basilicò, Project Manager Cesvi – Kachin “Queste persone hanno abbandonato i loro villaggi nativi, hanno perso la casa, il bestiame, abbandonato la terra che coltivavano, interrotto le attività commerciali. Molto spesso, tutto ciò che hanno è una fotografia che ritrae la famiglia durante una cerimonia.”

Il progetto di Cesvi, attivo in Myanmar dal 2002, si svolge nelle municipalità di Mansi, Bhamo e Momauk, nel distretto di Bhamo, e risponde alle necessità degli sfollati interni e delle comunità ospitanti che soffrono la mancanza di acqua potabile e di adeguati servizi igienico-sanitari.

Le condizioni igieniche dei campi sono molto difficili: si tratta di luoghi con acqua stagnante, dove i detriti, i rifiuti e gli escrementi umani si mescolano diventando vettori per malattie come la febbre dengue, la leptospirosi e la dissenteria. In genere, all’interno dei campi, ci sono latrine a cielo aperto, con una proporzione di 1 latrina ogni 20 o addirittura 50 persone. Il rischio di malattie è molto alto, tanto che il 30% dei bambini sotto i 5 anni soffre di diarrea e disidratazione.

Qui Cesvi ripara e costruisce sistemi di approvvigionamento idrico, pozzi, pompe a mano e strutture igienico-sanitarie. Inoltre, si occupa di effettuare controlli relativi alla qualità dell’acqua e di distribuire kit igienici. “Ampio spazio viene dedicato alle attività di sensibilizzazione relative alla cura dell’igiene personale, domestica ed ambientale” prosegue Basilicò “Cesvi promuove corrette pratiche igieniche attraverso continue attività di informazione in sei campi sfollati nelle tre municipalità e agli sfollati ospitati dalle comunità locali di tredici quartieri, per un totale di 6815 beneficiari diretti”.

 

Foto di Andrea Frazzetta: Progetto Cesvi di acqua e igiene ambientale nei campi profughi del Kachin, Myanmar.