L’emergenza climatica che stiamo vivendo ha i suoi effetti più gravi nel Corno d’Africa, dove non piove da ormai 5 stagioni, in Pakistan, sommerso dalle alluvioni, ma anche in Myanmar, considerato dal Global Climate Risk Index 2021 il secondo Paese al mondo più soggetto a eventi climatici estremi e calamità naturali collegati ai cambiamenti climatici.

I più colpiti sono i bambini. In Myanmar la frequenza e la gravità dei disastri naturali è estremamente drammatica e preoccupante. La perdita di ecosistemi naturali, l’aumento delle temperature medie annuali e la diminuzione delle precipitazioni hanno impattato negativamente il sistema agricolo, da cui la popolazione è fortemente dipendente.

In altri Paesi come Kenya, Somalia ed Etiopia la crisi climatica ha provocato una siccità senza precedenti, con un aumento esponenziale dei casi di malnutrizione, soprattutto nei bambini, che ogni giorno si presentano a centinaia nei nostri centri di salute in condizioni critiche. Anche in Zimbabwe, le famiglie, non avendo un reddito fisso ed essendo dipendenti dalla coltivazione della terra per la loro sussistenza, non hanno di che sfamarsi.

In Pakistan, le recenti alluvioni monsoniche hanno provocato quasi 8 milioni di sfollati, con un aumento esponenziale dei casi di diarrea acuta e malaria dovuti alla presenza di acque stagnanti e l’aggravarsi dell’insicurezza alimentare nelle regioni più colpite.

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© Foto di Gianfranco Ferraro

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