Il Brasile odierno, segnato da una lunga crisi politica, economica e sociale, continua ad essere un Paese in bilico tra grandi potenzialità e condizioni di grave povertà.
Il 6% dell’intera popolazione brasiliana, pari a 11,4 milioni di persone, vive nel numero record di 6.329 favelas. In questo contesto drammatico, aiutare i bambini vittime di emarginazione, violenza e disagio sociale è il principale obiettivo di Cesvi.
Le strade sono proprietà di narcotrafficanti e gruppi paramilitari. Le acque sono inquinate dagli scarichi industriali. L’energia elettrica è assente. Questa è Manguinhos, un complesso di 13 favelas alla periferia di Rio de Janeiro dove vivono, tra degrado e povertà, 55.000 persone. Per i bambini che nascono qui non c’è presente e non c’è futuro: esclusi dall’insegnamento scolastico, diventano presto vittime della vita di strada e delle guerre tra bande rivali.
È per questo che Cesvi ha scelto da oltre 20 anni di intervenire qui, nel Paese e nella città capaci di ospitare i mondiali di calcio e i giochi olimpici. In collaborazione con il partner locale REDECAPP, ha creato “Casa Viva”, un luogo di incontro e accoglienza che è diventato un punto di riferimento e una vera e propria oasi di serenità per tutti i bambini e ragazzi che, quotidianamente, subiscono violenze e brutalità.
Cesvi propone di aiutare i bambini dai 6 ai 20 anni con corsi di formazione, laboratori artistici, attività di supporto sociale ed educativo per offrire loro un’alternativa alla vita in strada. In questo speciale luogo di aggregazione, i sogni diventano realtà attraverso la danza, la musica, il disegno, la pittura, la lettura e lo sport. I bambini e i ragazzi del Brasile imparano così che quello che conta non è semplicemente sopravvivere, ma soprattutto studiare e costruire un futuro lontano dalla favela e dalla violenza.
La musica di una vita nuova
Robson è nato in una delle favelas di Manguinhos, 13 anni fa. Crescendo, ha visto tanti amici e coetanei finire nelle mani della criminalità, diventare vittime della droga o morire nei tanti scontri a fuoco che caratterizzano la vita di periferia. Eppure, a tutto questo lui ha detto no. E lo ha fatto il giorno in cui ha iniziato a frequentare “Casa Viva”, ritrovando in una volta sola la possibilità di essere “bambino” e uno spazio sicuro in cui giocare, imparare e diventare grande.
La Casa del Sorriso di Cesvi sorge in un edificio chiamato “Rancho”, dal nome della ex fabbrica di produzione di dischi che lì aveva sede. E proprio la musica ha lasciato il segno nel cuore di Robson, che grazie ai corsi frequentati a Casa Viva ha trovato nelle percussioni la sua grande passione diventando uno dei ragazzi artisticamente più dotati.
Racconta Robson: “Questo è un luogo che regala un po’ di luce ai bambini e ai ragazzi della mia terra, un punto di riferimento importante per tutta la comunità. Nella Casa del Sorriso facciamo musica, studiamo, recitiamo, leggiamo e… impariamo a vivere!”.