Il problema dei bambini africani che finiscono a vivere per strada in condizioni di miseria, degrado e abbandono sta assumendo dimensioni drammatiche. Aids e povertà sono le principali cause di questa tragica situazione.
In Zimbabwe più di 1,6 milioni di bambini sono orfani e il numero è in costante aumento. I genitori muoiono a causa dell’Aids e loro rimangono completamente soli senza altra possibilità che vivere in strada.
Le strade di Harare, capitale dello Zimbabwe, sono popolate da migliaia di bambini di strada. La povertà e il virus dell’HIV hanno determinato un grave peggioramento delle condizioni di vita, che è alla base del “fenomeno” degli street children. La strada, però, è un luogo di sfruttamento e violenza, dove i bambini sono costantemente esposti ai rischi della droga e della delinquenza.
Per questo qui ad Harare Cesvi ha costruito una Casa del Sorriso dove i bambini e i ragazzi abbandonati o orfani possono essere accolti in un clima sereno e ospitale. Un centro di accoglienza che offre loro una possibilità concreta di salvezza e di riscatto: un luogo dove trovare cibo, cure mediche, servizi igienici e istruzione.
La Casa gioca un ruolo importante anche nel sensibilizzare i ragazzi sul tema dell’HIV e sulle modalità di prevenzione, coinvolgendoli in laboratori di musica, poesia, teatro, pittura e disegno.
L’arte diventa così lo strumento per diffondere la conoscenza sull’Aids e non solo, anche sull’abuso di droghe e alcool, la violenza, i diritti fondamentali. Perché solo l’educazione rende davvero liberi, la strada non è altro che schiavitù e miseria.
Everton: l'esempio di chi ce l'ha fatta
Everton alla tenera età di 10 anni ha perso la mamma a causa dell’Aids. Rimasto solo con una zia che lo obbligava a lavorare, ha deciso di scappare e cercare suo padre ad Harare, la capitale. Ma giunto nella grande città, solo, perso e disperato, ha cominciato a vivere per strada con altri bambini come lui. Passava le sue giornate tra furti, rapine, alcool e violenza. Di notte non riusciva a dormire per paura di essere ucciso dalle bande rivali.
Un giorno, però, mentre era in giro per la città a mendicare ha incontrato gli operatori del Cesvi e ha iniziato a frequentare la Casa del Sorriso. Qui ha potuto cibarsi, lavarsi, studiare e ricevere cure mediche. Ha studiato con tanto impegno, distinguendosi per bravura e intelligenza. Oggi, a 17 anni, il piccolo Everton ha vinto una borsa di studio e frequenta un college.
Grazie alla Casa del Sorriso, il suo sogno di diventare contabile sta per diventare realtà.