Women profile for Africa: la salute delle donne

Il cancro all’utero è il terzo tumore più diffuso tra le donne di tutto il mondo ed è la causa principale di morte per cancro tra le donne africane. Circa 530.000 nuovi casi e 275.000 decessi vengono registrati ogni anno a livello globale. L’88% dei casi e delle morti si riscontrano nei Paesi in via di sviluppo (2013 Adefuye).

Diagnosticato in fase avanzata, il tumore al collo dell’utero lascia poche speranze in Africa. Basterebbe un test di screening, come un semplice pap-test, effettuato anche una sola volta nella vita, per prevenire il tumore e dimezzare la mortalità. Tutto questo, però, non avviene in molti Paesi africani, dove i programmi di screening di massa sono poco diffusi a causa di povertà e carenza di risorse umane ed economiche a disposizione dei sistemi sanitari.

Fondazione Veronesi e Cesvi, insieme, hanno lanciato il progetto Women Profile for Africa affinché in Congo RDC la salute della donna diventi un diritto, esattamente come lo è per noi.

Ridurre la mortalità per cancro al collo dell’utero definendo strategie nazionali efficaci e adatte al contesto è l’obiettivo dell’impegno congiunto delle due fondazioni, che hanno deciso di unire la propria esperienza nel settore medico scientifico e in quello della cooperazione internazionale a favore delle donne.

Women Profile for Africa si sviluppa in diverse fasi ed è stato avviato nella provincia di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.

Basandosi su uno studio scientifico e sull’analisi dei dati che emergeranno dalla prima fase di ricerca, il progetto prevede la creazione di una strategia di prevenzione secondaria del tumore al collo dell’utero – in accordo con il Ministero della Salute locale – e l’avvio progressivo di una campagna di screening su scala nazionale.

Grazie alla sua esperienza di cooperazione sul territorio africano e alla sua presenza decennale in Congo RDC, Cesvi ha stabilito le relazioni con gli ospedali e con le strutture sanitarie locali e ha selezionato una rete di medici e personale specializzato, al quale sarà trasferito il know-how scientifico, con l’obiettivo di assicurare sostenibilità al progetto.