Presentato l’Indice Globale della Fame 2019

GHI2019 sud sudan

La fame cala del 31% ma servono 70 miliardi di dollari per debellarla entro il 2030

Cesvi ha presentato oggi a Milano l’edizione 2019 dell’Indice Globale della Fame (Global Hunger Index – GHI), dal titolo “La sfida della fame e del cambiamento climatico”.

Alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione, il rapporto è stato illustrato alla sede dell’ISPI con interventi di Giuliano Pisapia, europarlamentare, Marco Riccardo Rusconi, consigliere diplomatico del ministro dell’Ambiente, Cindy Holleman, senior economist della FAO, Anna Scavuzzo, vice sindaco di Milano, Valeria Emmi, advocacy coordinator di Cesvi, e Myo Min Aung, responsabile dei programmi di sviluppo agricolo Cesvi in Myanmar.

Il GHI misura la fame a livello globale, regionale e nazionale, concentrandosi in questa quattordicesima edizione sul rapporto tra fame e cambiamento climatico: due sfide interconnesse che richiedono azioni immediate e soluzioni a lungo termine. Il GHI 2019 segnala l’urgenza di favorire percorsi di sviluppo che rispettino gli impegni presi nell’Accordo di Parigi e includano interventi di adattamento e sviluppo sostenibile: priorità alla resilienza, trasformazione dei sistemi alimentari e azioni per mitigare il cambiamento climatico senza compromettere la sicurezza alimentare e nutrizionale.

I costi della denutrizione sono devastanti: più dell’11% del PIL in Africa e Asia ogni anno. Per questo è necessario investire in programmi e politiche adeguati. Investire oggi in nutrizione ha un elevato ritorno economico e un forte impatto in termini di costi-efficacia: numerosi studi dimostrano che 1 euro investito in nutrizione genera un ritorno di almeno 16 euro. La Banca Mondiale ha indicato che è necessario un investimento addizionale di 70 miliardi di dollari per i prossimi 10 anni per raggiungere i target definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla nutrizione, recepiti nell’Obiettivo Fame Zero dell’Agenda 2030.

L’Indice 2019 evidenzia che complessivamente la fame nel mondo sta passando da grave a moderata, con un calo del 31% rispetto al punteggio di GHI registrato nel 2000. Tuttavia, la percentuale di popolazione che non ha regolare accesso a calorie sufficienti è stagnante dal 2015, il numero di persone che soffrono la fame è salito a 822 milioni (erano 795 milioni nel 2015) e sono 149 milioni i bambini vittime di arresto della crescita a causa della malnutrizione. In molti paesi i progressi sono troppo lenti per poter raggiungere entro il 2030 l’Obiettivo Fame Zero; al ritmo attuale, infatti, circa 45 paesi non riusciranno ad attestarsi nemmeno ad un livello di fame basso.

Il cambiamento climatico ha effetti devastanti su sicurezza alimentare, biodiversità, risorse idriche, ecosistemi, suolo e produzione agricola, con conseguenze su larga scala ovunque. Senza misure di adattamento entro il 2030 le rese mondiali dei raccolti diminuiranno in media del 2% per decennio, colpendo maggiormente le regioni più insicure dal punto di vista alimentare ed alimentando tensioni e disuguaglianze.

L’Indice Globale della Fame 2019 e i materiali di approfondimento sono disponibili sul sito ufficiale indiceglobaledellafame.org

Aiutaci a sconfiggere la fame e a salvare il nostro pianeta: sostieni #famedicambiamenti!

Credit photo: Welthungerhilfe/Andy Spyra 2017