Somalia: la nostra risposta all’emergenza siccità

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Siccità Somalia - ph Fulvio Zubiani

In Somalia, oltre sei milioni di persone, circa la metà della popolazione, vivono in una condizione di insicurezza alimentare e necessitano di assistenza umanitaria immediata. L’emergenza legata alla siccità ha procurato gravi danni ai settori dell’agricoltura e della pastorizia su cui si basa l’economia locale.

“Sono crescita nell’area di Mudug sud. Il sostentamento della mia famiglia si basa sull’allevamento di bestiame” – ci racconta Halima, una donna somala che vive insieme ai 5 figli nel villaggio di Baaga – “Dopo la morte di mio marito, ho ereditato gli animali e per vivere ho iniziato ad occuparmi di vendita di capre e cammelli”.

“Purtroppo, però, negli ultimi mesi ho perso tutto il bestiame a causa della prolungata siccità e della mancanza di piogge nella nostra regione”, continua Halima. “Come capofamiglia, ho cercato di procurare l’acqua per i miei animali e di trovare un posto migliore per il pascolo nelle aree rurali di Galkayo sud. Ho spostato il mio gregge lì ma poi sono dovuta tornare, sconfitta, al mio villaggio. Giorno dopo giorno, l’acqua a disposizione ha cominciato a diminuire e gli animali si sono ritrovati senza acqua e senza cibo. Le loro condizioni sono peggiorate sempre di più e sono diventati molto deboli. Quando hanno iniziato a morire uno dopo l’altro, mi sono sentita persa. Non avevo più alcun mezzo per comprare cibo per i miei bambini. Ho cominciato a saltare i pasti e a chiedere l’acqua ai vicini”.

“Poi finalmente è arrivato Cesvi e ha fornito a tutti i villaggi rurali della zona l’acqua potabile tramite un sistema di autocisterne”, racconta Halima ritrovando il sorriso. “Ci ha portato acqua sicura aiutando la comunità ad affrontare la crisi dovuta alla siccità. Ha anche creato un comitato locale di gestione dell’acqua per assicurare che la fornitura idrica avvenga in modo trasparente e senza problemi. La mia famiglia ha anche partecipato alle campagne con cui lo staff promuove le buone pratiche igieniche. Ci hanno insegnato l’importanza di lavarsi le mani, i modi per non sprecare acqua, le tecniche più efficaci per stoccare il cibo e come curare l’igiene personale. Mi sento molto grata per tutto questo”.

Le attività di Cesvi si concentrano nelle regioni di Hiraan, Benedir, Lower Shabelle e Mudug. A Mudug, in particolare, gli effetti negativi di tanti mesi caratterizzati da scarse precipitazioni sono stati devastanti: le comunità locali hanno dovuto affrontare la morte dei capi di bestiame che rappresentano, nella maggior parte dei casi, la principale fonte di guadagno. In quest’area le condizioni di oltre 280mila persone sono ritenute critiche e quelle di altre 3mila sono considerate dall’Integrated Food Security Classification come “emergenziali”. A queste problematiche si aggiunge la piaga degli sfollati: oltre 90mila persone, infatti, sono state costrette abbandonare le loro case in cerca di cibo e acqua o per sfuggire ai conflitti in corso nel Paese.

Oltre alla sicurezza alimentare e alla resilienza, in Somalia Cesvi è impegnato nei settori della salute e della nutrizione.  Si stima che più di 360.000 bambini somali abbiano bisogno di ricevere trattamenti medico-sanitari per forme di malnutrizione acuta.

Nel Paese aumenta la preoccupazione anche per i casi di colera e di diarrea acuta, poiché la disponibilità di fonti d’acqua pulita scarseggia e gli abitanti delle aree rurali si stanno spostando verso i campi di sfollati interni.

Gli operatori locali di Cesvi raggiungono le zone più remote al fine di garantire il trattamento contro la malnutrizione acuta a tutti i bambini. A seconda della gravità delle loro condizioni, i piccoli pazienti vengono riferiti ai centri sanitari locali o alle cliniche mobili per il trattamento immediato. In caso di complicazioni, sono portati direttamente in ospedale.

L’obiettivo è raggiungere 400.000 persone con servizi sanitari essenziali e oltre 150.000 bambini malnutriti e le loro mamme con interventi nutrizionali salva-vita.

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Questa comunicazione si inserisce all’interno della campagna del network AGIRE “Senza cibo. Senza acqua. Senza forza. Ma non senza di te” per affrontare l’emergenza fame in Africa centro-orientale. www.agire.it