Zimbabwe: un nuovo pericolo per i ragazzi di strada

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bambini africani, storie di strada Foto di Roger Lo Guarro.

Una nuova droga si sta diffondendo per le strade dello Zimbabwe. La Casa del Sorriso di Cesvi offre un’alternativa sicura alla spirale di tossicodipendenza in cui troppo spesso cadono i ragazzi di strada.

È economico, facilmente reperibile e dona un senso di euforia e ottundimento. È lo sciroppo per la tosse a base di codeina, un derivato a basso costo della morfina che, se consumato in grandi quantità, provoca sensazioni di euforia e una rapida dipendenza. Il suo abuso può avere un effetto devastante sul corpo e sul cervello, portando alla comparsa di allucinazioni e, nei casi più gravi, schizofrenia.

Come recita un breve documentario recentemente pubblicato da Vice, “le strade di Harare sono piene di bottiglie marroni di sciroppo per la tosse, un segno della nuova tossicodipendenza che imperversa tra i giovani dello Zimbabwe”.

Tra le persone più a rischio, i ragazzi che vivono nelle strade del Paese, in particolare nella capitale Harare. Questi ragazzi cercano nelle sostanze stupefacenti un effimero riparo da una vita quotidiana fatta di violenze fisiche e sessuali, malnutrizione e malattie causate dalla mancanza di igiene.

Tra le poche realtà a prendersi cura di loro c’è la Casa del Sorriso, un centro diurno dedicato agli oltre 4.700 bambini e adolescenti che vivono nelle strade di Harare. Nel solo 2018, la Casa ha distribuito più di 7.600 pasti a oltre 520 giovani, che hanno anche potuto farsi una doccia e lavare i propri vestiti, e ha fornito occasioni di formazione professionale e cure sanitarie a chi ne aveva più bisogno. L’aiuto ha riguardato anche 6 bambini paralizzati dalla cinta in giù a causa dell’abuso di una sostanza non identificata i quali, grazie all’intermediazione del nostro staff, hanno potuto far ritorno alla propria famiglia d’origine.

Secondo gli operatori di Cesvi, quasi tutti i ragazzi che frequentano la Casa abusanodi sciroppo per la tosse a base di codeina, soprattutto durante l’inverno, quando le temperature scendono e l’assunzione del farmaco li aiuta a sopportare il freddo. Chi si vuol recare nella Casa, però, deve abbandonare il consumo di questa sostanza: come deterrente all’abuso di sostanze stupefacenti e per fare in modo che la struttura rimanga un rifugio tranquillo e sicuro, Cesvi vieta l’ingresso a chi si presenta ubriaco o drogato.

Le cure fornite dalla Casa sono nella maggior parte dei casi l’unica àncora di salvezza per questi giovani che, lontani dalla propria famiglia, non hanno nessuno che li aiuti a crescere.

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Foto di copertina: Roger Lo Guarro