In Sicilia tutela, accoglienza e inclusione

A Siracusa, Cesvi sostiene l’associazione AccoglieRete a favore dei minori stranieri non accompagnati.

Carla Trommino è una giovane avvocatessa di Siracusa in prima linea sui temi dell’immigrazione.

Nell’estate del 2013, di fronte all’intensificarsi dell’emergenza che ha portato in pochi mesi oltre 13.400 migranti sulle coste della sua città, Carla ha dato vita all’associazione AccoglieRete, una splendida realtà di volontariato che Cesvi ha deciso di sostenere e che da oggi puoi sostenere anche tu inviando il tuo contributo.

“Visitando un centro di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati (MSNA), mi sono accorta di quanto fosse grave la loro condizione. Adolescenti di 12-17 anni, abbandonati a se stessi: in un solo anno, 3.800 minori sono arrivati al porto di Augusta completamente soli. Nessuno sapeva come gestirli”, spiega Carla.

“Ho combattuto perché venisse aperta la tutela legale per i minori già nella fase della prima accoglienza e venisse utilizzato l’art. 371 del codice civile per collocare i minori, qualora possibile, in accoglienza diffusa e decentrata” – prosegue Carla – “Alla fine ce l’ho fatta, grazie alla collaborazione di tante associazioni e persone sensibili: Siracusa ha spalancato le porte alla solidarietà”.

Così l’idea di Carla si è trasformata in una rete di 120 volontari di ogni età ed estrazione sociale che svolgono il ruolo di tutori legali per gli adolescenti stranieri che approdano in Italia senza i genitori. Ragazzi provenienti da tanti Paesi diversi, Gambia, Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Somalia, Eritrea, Egitto, Bangladesh e Siria, in fuga da povertà, guerre e dittature. Ragazzi che rischiano la vita intraprendendo un viaggio di 3-6 mesi o anche più, la cui fase finale è una navigazione disperata tra la Libia e la Sicilia, su barconi carichi anche di 300 persone.

La famiglia di origine ha investito tutti i risparmi, e spesso si è indebitata, per consentire al figlio maschio di portare a termine questo viaggio e di trovare un lavoro in Europa che gli permetta di sostenere i genitori e i fratelli rimasti in Africa. Per questo sono i figli maschi, più forti e resistenti alla fatica fisica, meno esposti al rischio di tratta e di prostituzione, a mettersi in viaggio.

Ma l’inferno di questo lungo tragitto non risparmia neppure loro. Come se non bastasse, sulle spalle hanno un peso troppo grande per qualsiasi adolescente: la “scommessa” che la famiglia ha fatto su di loro, e l’urgenza di estinguere il debito.

Baghebe, uno dei due ragazzi di cui sono diventata tutrice”, racconta Alessandra, una delle volontarie di AccoglieRete, “ha 17 anni e al momento vive nel centro di accoglienza di Priolo, vicino a Siracusa. È arrivato in Italia dal Gambia nel gennaio 2014, passando dalla Libia, dove ha conosciuto l’orrore del carcere e delle torture. Gli hanno sparato un proiettile in viso. È scappato per motivi politici: il padre, capo villaggio, era entrato in conflitto con alcune persone per la proprietà della terra. Dopo l’uccisone dei genitori e del fratello, è stato costretto a fuggire lasciando un fratello e una sorella più piccoli alle cure di una zia”. “Aiutare questi ragazzi”, dice la volontaria, “mi ha reso una persona più aperta e più felice”.

I tutori svolgono un ruolo fondamentale nell’accoglienza di questi minori: li accompagnano nel percorso di regolarizzazione sul territorio, nell’accesso ai servizi legali, sanitari e piscologici e nell’inserimento scolastico, mettendo in campo tutti gli sforzi possibili per favorire il loro percorso migratorio. Tutto questo in una logica di puro volontariato, spesso investendo risorse economiche personali per soddisfare le necessità di quelli che sentono quasi come figli.

Il progetto che Cesvi sta sostenendo, oltre a favorire l’apertura delle tutele legali in tempi brevi e a supportare i tutori anche in materia giuridica, si occupa di:

  • sostenere la mediazione sociale e interculturale;
  • collaborare con le Pubbliche Amministrazioni per identificare strutture idonee all’accoglienza dei MSNA;
  • monitorare i requisiti e il funzionamento delle strutture stesse: condizioni igienico-sanitarie, numero di minori ospitati, progetti educativi, presenza di mediatori culturali, servizi offerti;
  • partecipare all’individuazione di famiglie affidatarie supportandole dal punto di vista tecnico e socio-pedagogico.

Una grande scommessa che vogliamo vincere anche con il tuo aiuto. Dona ora!

 

Foto di Giovanni Diffidenti