Negli ultimi decenni sono stati fatti passi da gigante nella lotta contro la malaria, anche se ancora non esiste un vaccino.

In Italia, questa malattia è stata debellata nel 1970 e nel 2016 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha sancito la fine in tutta Europa.


Nonostante ciò, ogni anno si registrano 214 milioni di casi di malaria, tanto che questa malattia continua ad essere una delle prime cause di morte tra i bambini sotto i cinque anni d’età, soprattutto in Africa subsahariana e Sud-est asiatico.

La Giornata Mondiale contro la malaria (World Malaria Day), che si celebra il 25 aprile, ci ricorda che questa pandemia uccide un bambino ogni due minuti, per un totale di 438.000 morti all’anno. La malaria, anche se prevenibile, riconoscibile dai sintomi e facilmente curabile con i farmaci antimalarici, rappresenta ancora una minaccia per quasi metà della popolazione mondiale.

Questa giornata è un’occasione importante anche per sottolineare come il contagio della malaria possa essere fermato solo grazie ad un’azione integrata a livello internazionale, perseguendo l’obiettivo dell’OMS di ridurre la malattia del 90% entro il 2030.

Alcuni segnali incoraggianti in questa direzione sono stati tracciati negli ultimi 15 anni: la mortalità per malaria è stata dimezzata, oltre 6 milioni di vite sono state salvate grazie ad attività di prevenzione e cura; l’accesso ai farmaci antimalarici è notevolmente aumentato e 2 bambini su 3, in Africa, possono dormire protetti da zanzariere impregnate d’insetticida.