Come evidenzia l’Indice Globale della Fame, il rapporto annuale di cui Cesvi cura l’edizione italiana dal 2008, vi sono molteplici fattori che rendono scarse le risorse agricole, idriche ed energetiche da cui dipende la sicurezza alimentare mondiale.

Il primo è la crescita demografica: sul pianeta siamo 7 miliardi e saliremo, secondo le previsioni, a 9 miliardi nel 2050.


Vi è poi la crescita del reddito nei Paesi in via di sviluppo, che spinge verso diete più ricche di proteine e più dispendiose di risorse; la deforestazione, la desertificazione e gli effetti del cambiamento climatico; la maggiore richiesta di energia e il conseguente aumento dei prezzi energetici; le politiche poco lungimiranti.

Negli ultimi anni ha preso piede il fenomeno del landgrabbing o accaparramento delle terre: in diversi Paesi in via di sviluppo, l’aumento degli investimenti esteri in terreni agricoli, specie per produrre biocarburanti o fibre non alimentari, ha messo a repentaglio il diritto al suolo delle popolazioni locali.

Nei Paesi poveri, l’attività agricola non produce quanto è necessario per soddisfare le comunità locali in quanto la produttività agricola è scarsa. I migliori terreni arabili sono già coltivati e decenni di pratiche agricole non sostenibili hanno condotto a un significativo degrado del suolo. Ne è un esempio la monocultura, che consiste nella coltivazione dello stesso prodotto su vaste aree di territorio.

In molte zone rurali dell’Africa e dell’Asia, inoltre, gli agricoltori vivono lontani dalle vie di comunicazione con un accesso limitato all’istruzione, ai servizi sanitari e ai mercati. In contesti simili anche un piccolo cambiamento climatico può avere effetti disastrosi sul sostentamento familiare: tra l’altro, la maggior parte delle persone povere vive in territori a forte rischio di degrado ambientale, come le zone aride e semi-aride.

Per tutti questi motivi, in Africa come nel Sud-est asiatico, Cesvi punta su uno sviluppo di una agricoltura sostenibile e sull’aumento della produttività mediante la diversificazione delle colture e l’introduzione di nuove tecnologie compatibili con il contesto locale. Oltre a questo, cerca di lavorare su strategie di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.

Siamo attivi, ad esempio, nelle regioni più aride e secche del Myanmar. Tra queste, la regione di Magway, un’area in cui le comunità rurali hanno accesso limitato alle risorse (terra e acqua) e alle attività generatrici di reddito. Questo determina un deficit alimentare che si traduce in elevati livelli di malnutrizione, soprattutto tra i bambini.

Cesvi lavora per aumentare la produttività agricola con l’introduzione di colture variegate e tecniche innovative che consentano di incrementare il raccolto e ridurre la perdita di derrate alimentari, e per migliorare la gestione delle risorse idriche attraverso sistemi efficienti di raccolta delle acque e irrigazione. Queste azioni sono supportate da attività di formazione e coinvolgimento delle comunità e delle istituzioni locali per garantire loro autonomia e capacità di autosostentamento.

Cibo e salute in Myanmar

Cibo e salute in Myanmar

Guardandoli non diresti mai che sono malnutriti, e invece se non vengono curati per tempo possono rischiare la vita. A differenza dei piccoli africani che ti corrono subito incontro, i bambini del Myanmar sono riservati, quasi timorosi. Ma basta una cosa qualunque per giocare e fanno grandi sorrisi.

Su Myat è una donna alla quale il capo villaggio ha regalato un maiale: ora per lei quell’animale è la principale fonte di reddito, e per i suoi cinque figli un modo per mangiare più sano. C’è grande generosità tra la gente: un altro capo villaggio ha dato in usufrutto i suoi terreni ai contadini nullatenenti e ognuno gli dà una percentuale, con grande soddisfazione generale.

Il marito di Su Myat è seduto con decine di altri uomini, anche anziani, sulle panche della scuola per imparare dagli operatori locali di Cesvi come coltivare il terreno al fine di bilanciare l’alimentazione: qui la cosa più semplice da trovare per sfamarsi sono riso e fagioli, ma è una dieta altamente dannosa.

Hanno volti attentissimi, e una voglia di apprendere speciale. Accolgono con gioia i volontari del Cesvi che spiegano loro come alternare di anno in anno il tipo di sementi, come irrigare i campi, come debellare i parassiti. Su Myat parteciperà anche ai corsi di cucina: le donne, anche le più povere, hanno capacità innate e sono lavoratrici instancabili.

Il Myanmar ha un’incredibile voglia di migliorare, di cambiare, di apprendere.