Ad Haiti per garantire la sicurezza alimentare: la storia di Manise

L’isola di Haiti è afflitta da diversi anni da una grave crisi economica e politica che paralizza il Paese e si stima che approssimativamente un quarto della popolazione necessiti di assistenza umanitaria (Indice Globale della Fame 2019).

Il Paese è inoltre estremamente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico e allo stesso tempo scarsamente attrezzato per adattarvisi. Negli ultimi anni molteplici catastrofi si sono abbattute sul territorio haitiano, con gravi ripercussioni sulla sicurezza alimentare e nutrizionale: uragano Jeanne nel 2004, terremoto ed epidemia di colera nel 2010, uragani Sandy e Isaac nel 2012, uragano Matthew nel 2016 – dove il governo ritiene che ogni singolo nucleo famigliare abbia perso i propri mezzi di sussistenza, gli animali o le colture agricole – e gravi fenomeni di siccità nel 2018. Nel 2019 disordini politici, forte inflazione e persistente siccità hanno contribuito a peggiorare le condizioni della popolazione.

Ad aggravare una situazione già complessa nel 2020 si è aggiunta la pandemia di Covid-19.

L’agricoltura – in particolare quella di sussistenza su piccola scala – gioca un ruolo importante nell’economia del paese, ma è compromessa da degrado ambientale, erosione del suolo, investimenti insufficienti e bassa produttività. I cattivi raccolti hanno determinato un aumento dei prezzi del cibo e una maggiore insicurezza alimentare. Inoltre, diete di bassa qualità e scarsamente diversificate, limitata disponibilità di acqua potabile e condizioni igienico-sanitari inadeguate sono tra i principali fattori che determinano la malnutrizione.

Fondazione Cesvi è presente ad Haiti da oltre dieci anni, per ridurre l’impatto delle catastrofi sulla popolazione già vulnerabile, attraverso la prevenzione e gestione del rischio disastri e alla promozione della sicurezza alimentare e sviluppo agricolo sostenibile.

Dall’uragano Matthew del 2016 ad oggi moltissimi haitiani hanno preso decisioni conseguenze irreversibili, come la vendita degli ultimi beni – campi, strutture abitative, attrezzatura di vario tipo – per ottenere liquidità e affrontare la crisi alimentare.

Grazie al sostegno di ECHO – la direzione generale della European Civil Protection and Humanitarian Aid Operation dell’Unione Europea – nel progetto “Increasing Food Access of most vulnerable households in the Grand Anse Department during gap periods”, Cesvi opera nei distretti di Pestel, Corail e Beaumont, zone di estrema insicurezza alimentare, a supporto di 5.000 famiglie in stato di estremo bisogno.

I comitati locali hanno avuto un ruolo fondamentale per l’identificazione delle famiglie bisognose di assistenza economica immediata e dei casi di malnutrizione più gravi tra i bambini sotto i cinque anni. Consapevoli del difficile accesso alle strutture sanitarie infatti, Cesvi si è concentrato nella protezione dei minori e dei soggetti più vulnerabili, quali donne o persone affette da disabilità.

Tra queste Manise, mamma di dieci figli e moglie di un agricoltore reso inabile al lavoro da un grave incidente. La più piccola delle sue bambine è affetta da trisomia 21.

Manise e la sua famiglia hanno attraversato un periodo durissimo dopo che l’uragano Matthew si è abbattuto sulla loro casa, lasciandoli senza elettricità e accesso all’acqua. “Quando mio marito poteva lavorare arrotondavamo con una piccola attività commerciale. Dopo il tifone il nostro negozio è rimasto fermo”. La perdita economica per la famiglia di Manise è stata ingente: i guadagni si sono azzerati e i risparmi erano insufficienti per curare i bambini, per mandarli a scuola e addirittura per mangiare più di una volta al giorno.

“La nostra zona è stata colpita completamente. Dopo un po’ gli altri abitanti del villaggio non hanno più potuto farmi credito al mercato, per me era diventato umiliante uscire di casa”. Manise e la sua famiglia non avrebbero avuto futuro senza l’intervento di Cesvi. L’assistenza economica immediata ha permesso a Manise di estinguere i propri debiti ed effettuare gli acquisti necessari alla salute dei suoi figli. Il progetto continuerà per altri dodici mesi sempre grazie al finanziamento di ECHO, consentendo a alla Fondazione Cesvi di aiutare altre famiglie di Haiti a risollevarsi dalla povertà e dalla fame.