Conferenza di Londra sulla Siria: quali le sfide?

Giovedì 4 febbraio si terrà a Londra la conferenza internazionale per il supporto alla Siria: questa quarta conferenza riunirà i 25 “Paesi donatori” coinvolti nella crisi siriana.

Prima ancora della conferenza, il 3 febbraio, in occasione dell’ONG Conference, Alliance2015 vuole richiamare l’attenzione dei leader mondiali affinché colgano l’opportunità di Londra per raccogliere i fondi necessari ad aiutare i milioni di individui colpiti dalla guerra in Siria.

Per questo, le organizzazioni aderenti al network europeo Alliance2015tra cui Cesvi – supportano attraverso l’intervento del presidente Dominic MacSorley il documento di posizionamento delle ONG, che sottolinea l’urgenza, da parte della comunità internazionale, di offrire una soluzione politica duratura alla crisi siriana ponendo l’accento su una serie importante di “azioni da fare”.

Alliance2015 vuole sfruttare questa occasione per spingere i policy-makers internazionali a coinvolgere nei dibattiti in corso i rappresentanti della società civile siriana e in particolare le donne siriane. Il coinvolgimento della “classe media-moderata” è cruciale per costruire una nuova Siria: sono proprio questi “testimoni siriani” che hanno bisogno di protezione internazionale e che possono aiutarci a tracciare il quadro globale della crisi.

Come Europei, stiamo cercando di rispondere in modo appropriato e adeguato alle conseguenze del conflitto, della crisi umanitaria, della fame e della migrazione. Siamo chiamati inoltre a confrontarci con le cause di questa emergenza. L’arrivo sulle nostre coste di persone le cui vite sono state stravolte dalla guerra ci dovrebbe ricordare il terrore da cui fuggono e la realtà drammatica in cui restano coloro che non riescono a scappare.

Le ONG di Alliance2015 conoscono bene questa realtà. Sei membri (oltre a Cesvi, ACTED – Francia, Concern Worldwide – Irlanda, Hivos – Olanda, People in Need – Repubblica Ceca e Welthungerhilfe – Germania) sono coinvolti in iniziative umanitarie a supporto della popolazione siriana, in Siria e nei Paesi circostanti. Lavorano insieme per migliorare le condizioni di vita e la sicurezza alimentare dei rifugiati e delle comunità ospitanti, così come per favorire l’accesso a ripari, acqua, migliori condizioni igienico-sanitarie e scuola. Operano anche per la protezione dei diritti dei rifugiati siriani, specialmente delle donne, dei bambini  e delle altre categorie vulnerabili, e sono attivi nel sostegno alle organizzazioni della società civile locali e nella tutela dei diritti dei cittadini.

Dalla risposta dell’Europa alla crisi siriana dipenderà il nostro stesso futuro e il futuro di altri milioni di persone. Dobbiamo dare un senso ai nostri valori condivisi attraverso un’azione appropriata all’interno e al di fuori dei nostri confini. Dobbiamo affrontare le cause del conflitto mediante la diplomazia, la risposta umanitaria, la costruzione di resilienza a livello comunitario e l’investimento in uno sviluppo di lungo periodo.