Giornata Mondiale del Rifugiato: Cesvi in Libia e Libano

Sfollati siriani in Libano

Nel mondo, circa 65 milioni di persone sono state costrette a fuggire dal proprio Paese. Di questi, ben 16 milioni hanno avuto il riconoscimento dello status di rifugiati. In Libia e Libano, in risposta all’emergenza generata da guerre e conflitti, Cesvi è al fianco di rifugiati, profughi e migranti.

“Il dramma di chi fugge dal proprio Paese  per cercare condizioni di vita migliori è ben lungi dall’arrestarsi. Soprattutto in Paesi caldi come Libia e Libano, c’è sempre maggiore bisogno di aiuto umanitario. In uno scenario mediatico – dichiara Daniela Bernacchi, General Manager di Cesvi – ormai dominato da polemiche politiche e accesi scontri sulla migrazione e sui numeri dell’accoglienza, sembra destinato a passare in secondo piano il silenzioso ma fondamentale lavoro quotidiano a sostegno di chi ha perso tutto e deve ricostruire la propria vita lontano dalla propria casa, a causa di guerre e conflitti”.

La Libia è un Paese dilaniato da conflitti e pervaso da una profonda instabilità politica che si è consolidato nel tempo come vero e proprio territorio di transito per i migranti che partono alla volta dell’Europa. Nel Paese, si contano circa 300mila sfollati interni a causa dei conflitti in corso e circa 1,3 milioni di persone si trovano in condizioni di bisogno. Più di 100mila tra rifugiati e richiedenti asilo e oltre 195mila migranti hanno bisogno di aiuto umanitario. Tra Tripoli e Benghazi sostano centinaia di richiedenti asilo in attesa di documenti, provenienti soprattutto da Niger (24%), Egitto (21%), Sudan (13%), Nigeria (9%), Chad (6%).

Cesvi è attivo in Libia dal 2011 ed è stata la prima ONG a intervenire sul territorio dopo la Primavera Araba. Attraverso progetti specifici, ha consolidato il suo impegno a favore di rifugiati, richiedenti asilo e migranti delle comunità miste di Tripoli e Benghazi. Nel corso di 6 anni Cesvi ha fornito aiuti umanitari a oltre 200.000 persone tramite supporto logistico, assistenza finanziaria, distribuzioni alimentari, di generi di prima necessità, e counselling psico-sociale grazie a professionalità altamente qualificate che hanno fornito loro gli strumenti necessari per vivere con maggiore consapevolezza la loro condizione e li hanno guidati ai servizi accessibili nel Paese.

Nel corso del 2016, grazie al lavoro dei Centri di Sviluppo Comunitario di Tripoli e Benghazi, 10.400 persone sono state monitorate al fine di identificare le loro condizioni e riferirle ai servizi più adeguati ai loro bisogni – medici, psichiatrici o di tipo economico.

100 famiglie, per un totale di 484 persone, hanno ricevuto a Tripoli kit igienici di prima necessità con il duplice obiettivo di migliorare le condizioni igienico sanitarie e risparmiare la spesa per l’acquisto di questi beni, indispensabili per la persona. A Benghazi 566 famiglie (2.291 individui) hanno ricevuto kit di prima necessità comprensivi di set per cucinare, coperte, prodotti igienico-sanitari e materiale scolastico per i bambini.

602 famiglie di Tripoli hanno inoltre ricevuto un supporto economico al fine di permettere loro, in autonomia e in maniera dignitosa, di far fronte ai bisogni essenziali di cui necessitavano acquistandoli direttamente sul mercato.

È stata inoltre garantita assistenza medica con servizi di riferimento alle strutture sanitarie del territorio e supporto psico-sociale con un’attenzione particolare rivolta alle vittime di violenza di genere e ai minori. Oltre 1.300 minori, tra cui minori non accompagnati, sono stati supportati attraverso attività ricreative e di supporto psico-sociale all’interno di 6 “Child Friendly Spaces” istituiti nell’area di Tripoli e Benghazi.

Il Libano ha accolto negli ultimi anni un numero sempre maggiore di famiglie in fuga dalla guerra e dalle devastazioni che flagellano la vicina Siria dal 2011. In Libano, Cesvi opera in aiuto dei rifugiati siriani e delle comunità libanesi ospitanti. In sei Municipalità del Governatorato di Chouf, regione del Mount Lebanon, in particolare, Cesvi ha supportato con interventi d’emergenza di Cash for Work 300 persone, e oltre 50mila hanno potuto beneficiare del miglioramento delle infrastrutture agricole, ambientali e dell’ampliamento generale dei servizi di base. Donne, minori, soprattutto coloro i quali hanno subìto episodi di violenze o traumi post guerra, sono stati assistiti attraverso attività di counselling psicologico specializzato.

In Libano, Cesvi lavora all’interno del network internazionale Alliance2015. In particolare in Chouf e Saida, lavora sul fronte della resilienza attraverso la formazione professionale diretta soprattutto a giovani siriani e libanesi perché conseguano il traguardo dell’autonomia economica e provvedano al loro sostentamento. A beneficiare dell’aiuto sono anche piccole e medie imprese, che ricevono supporto attraverso attività di coaching e counselling finalizzate alla loro crescita economica. L’obiettivo è quello di coinvolgere nelle attività di formazione 7.063 persone in totale entro il prossimo anno.

“Cesvi – continua Bernacchi –  porta avanti il suo impegno tanto in Libia, diventata ormai territorio di transito dal quale parte il l’89% dei migranti diretti verso l’Europa, quanto in Libano, che ospita in misura massiccia e ben al di sopra della sua capacità di accoglienza, famiglie di profughi in fuga dalla devastante guerra in Siria. Occorre incrementare il sostegno a queste persone che devono essere aiutate, attraverso un lavoro graduale, a ritrovare una propria dimensione dignitosa e autosufficiente”.

 

 

In foto: sfollati siriani in Libano