Giornata mondiale del rifugiato

 

Si celebra il 20 giugno la Giornata mondiale del rifugiato, istituita nel 2001 dalle Nazioni Unite. Secondo i dati pubblicati dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nel 2012 45,2 milioni di personesono fuggite da fame, miseria, disastri naturali, guerre o epidemie. Di queste, 15 milioni sono rifugiati.

I migranti in Libia sono percepiti spesso come una minaccia alla sicurezza dell’Italia” -sottolinea Massimiliano Reggi del Cesvi “Secondo quanto riportato da Amnesty International, dal maggio 2012 le autorità libiche hanno deportato 25.000 persone considerate ‘illegali’ e migliaia sono state detenute per mesi prima di essere deportate”.

La situazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Libia è particolarmente precaria mancando una regolamentazione in materia, poiché questo Paese non ha siglato la convenzione internazionale di Ginevra del 1951 sullo statuto dei rifugiati.

Il Cesvi opera nel settore dei migranti in Libia dal 2011 con attività di assistenza medica, protezione sociale e interventi presso i centri di detenzione grazie al sostegno di UNHCR e Cooperazione ialiana. “Le zone di intervento sono la Cirenaica e la Tripolitania con lo scopo di garantire un sostegno ai rifugiati e permettere loro un supporto ai fini del miglioramento delle loro condizioni di vita in Libia”, prosegue Massimiliano Reggi.

Ad oggi Cesvi assiste circa 5.000 beneficiari tra cui rifugiati e richiedenti asilo principalmente somali, eritrei, sudanesi, palestinesi e iracheni, oltre a migranti dai Paesi confinanti soprattutto dell’Africa subsahariana. A questi, recentemente, si sono aggiunti i profughi in fuga dal conflitto in Siria.

Si tratta in generale di persone in fuga dai contesti di origine per varie ragioni, in particolare violenza e insicurezza, alla ricerca di un luogo sicuro in Libia o nel tentativo di proseguire verso altri Paesi. “Molti di loro non sono in possesso di una documentazione ritenuta valida localmente e per questo sono trattati e trattenuti come migranti illegali” – spiega Massimiliano Reggi – “Cesvi lavora anche per promuovere un sistema di protezione focalizzandosi sulla risoluzione dei bisogni primari di protezione e sulle urgenze”.

L’impegno di Cesvi continua anche sul versante italiano. Oltre alla collaborazione con realtà locali per garantire una migliore accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo giunti nel territorio lombardo in seguito alla cosiddetta ‘emergenza Nord-Africa’, abbiamo facilitato l’attivazione di  borse lavoro a favore di rifugiati per una più forte integrazione socio-economica e una maggiore autonomia degli stessi” – dice Reggi.

In continuità con questo impegno, mercoledì 19 giugno Cesvi ha aderito e partecipato alla firma del “Protocollo d’intesa in materia di richiedenti e di titolari di protezione internazionale o di permesso per motivi umanitari”. Un traguardo importante con molteplici obiettivi: il raccordo tra i progetti territoriali sostenendo il confronto e lo scambio di buone pratiche; iniziative culturali e formative per promuovere un Tavolo Regionale sull’Asilo, come luogo di scambio, di lavoro, programmazione e gestione delle problematiche connesse in Lombardia; il monitoraggio dei bisogni e delle difficoltà dei richiedenti; la crescita di una rete diffusa dell’accoglienza.

Nella foto di Giovanni Diffidenti: Libia. Assistenza medica fornita dal Cesvi nel campo di detenzione di Gharyan.