Il dramma di Haiti: emergenza dimenticata

«La situazione per me e la mia famiglia è catastrofica, la mia casa è totalmente distrutta e anche la cisterna con cui raccoglievo acqua piovana da vendere è stata danneggiata irrimediabilmente e d’ora in avanti mi ci vorranno ore per raggiungere l’acqua al centro della città».

Sono le parole di Anocia, 43 anni, che ad Haiti vive con la sua famiglia di sei persone nel distretto di Corail e dopo il terremoto del 14 agosto, che ha reso inagibile praticamente tutta la casa, è costretta a vivere in una piccola cucina.
Le condizioni di vita sono diventate insostenibili per lei e i suoi figli e Amocia sogna di potersi nuovamente prendere cura della sua famiglia, di avere un posto dove dormire, di avere acqua e cibo sufficiente per sfamare tutti, desidera poter nuovamente guardare al futuro.

È passato oltre un mese dal terremoto che lo scorso 14 agosto ha colpito l’isola, ma il dramma di Haiti e di questa emergenza è ancora negli occhi delle migliaia di persone a cui l’ennesima catastrofe ha sgretolato non solo la casa, ma anche le speranze.

Haiti è il 170° Paese al mondo su 189 per punteggio di Indice di Sviluppo Umano 2020 e, nonostante i miglioramenti rispetto allo sviluppo socio economico del Paese nel corso degli ultimi, la povertà estrema è ancora diffusa nel Paese, come l’insicurezza alimentare che qui presenta uno degli indici più alti al mondo: 4,4 milioni di haitiani hanno bisogno di assistenza nutrizionale immediata e fra questi 1,2 milioni sono affetti da malnutrizione acuta.

Una situazione esasperata da una serie di catastrofi naturali che sembra non fermarsi mai. Nel corso degli ultimi anni fortissime tempeste, alluvioni, frane, carestie, terremoti (2010 e 2021) e l’uragano di categoria 4 Matthew si sono abbattuti con violenza sul Paese.

In questo difficile contesto e in continuità con la nostra costante presenza ad Haiti a partire dal 2009, siamo sul campo per supportare la popolazione estremamente provata da questa ennesima emergenza. Il nostro staff continua infatti la distribuzione di beni essenziali come acqua e kit igienici e cibo nutriente per i più piccoli, ma serve ancora aiuto, soprattutto per la popolazione delle zone più remote priva dei beni di prima necessità.

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