Migrazioni: appello delle ONG ai leader dell’UE

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Foto di Giovanni Diffidenti.

In occasione del Consiglio Europeo dei Capi di Stato in programma oggi e domani (9 e 10 marzo) a Bruxelles, un appello indirizzato ai leader dell’Unione Europea è stato lanciato da 160 organizzazioni della società civile e dalle loro principali reti di rappresentanza.

Alla base dell’appello, c’è la volontà di affermare i diritti umani e la difesa dei valori dell’Europa in tema di migrazioni, contro le pericolose derive populiste che si stanno delineando sullo scenario internazionale.

Di seguito la lettera inviata al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e ai Ministri Alfano e Minniti, cui Cesvi ha aderito come ONG e come membro della rete Link2007.

Scriviamo oggi a nome di un ampio numero di organizzazioni della società civile europea che hanno deciso di unire la propria voce in vista del Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles il 9 e 10 Marzo p.v.

In quanto espressione di migliaia di persone in tutta Europa, lavoriamo insieme per garantire accesso ai servizi essenziali anche per i più deboli e sfortunati e ci impegniamo per portare avanti la lotta alla povertà e garantire la difesa dei diritti umani in Europa e nel mondo.

Di fronte alla preoccupante narrativa populista e xenofoba che sta caratterizzando il dibattito sulla migrazione in Europa e nel mondo, vogliamo lanciare con questa lettera un appello a voi, leader europei, perché vi facciate portavoce in Europa e nel mondo dei diritti e dei valori che caratterizzano l’Unione Europea ormai da più di 60 anni. Dobbiamo essere uniti nell’impedire che un approccio della gestione dei flussi migratori basato sulla deterrenza e la chiusura delle frontiere denigri e saboti il più ampio progetto europeo. 

Ogni giorno siamo testimoni della solidarietà delle persone comuni verso coloro che fuggono da guerre brutali, persecuzioni, violazioni dei diritti umani, instabilità e povertà estrema. In tutta Europa e nel mondo, vediamo gente accogliere rifugiati e migranti nelle loro comunità, aprire la propria porta di casa, fornire volontariamente sostegno economico e beni di prima necessità o a volte anche solo tempo e conforto umano.

Questa settimana, molte di queste persone si sono messe in viaggio verso Bruxelles per chiedere ai politici di mantenere gli impegni presi in termini di ricollocamento dei richiedenti asilo dalla Grecia per “Portarli Qui”.

Siamo orgogliosi dell’impegno che l’Europa ha preso in passato nel garantire il rispetto del diritto internazionale e i diritti umani, e confidiamo in voi per portare avanti e promuovere questo impegno sia all’interno che all’esterno dell’Europa. Tuttavia, con l’aumento del numero di persone bisognose arrivate in Europa nell’estate del 2015, l’Europa stessa non è stata capace di rispondere con umanità, dignità e solidarietà alle pressioni migratorie e alle richieste di aiuto di gente disperata in fuga o in cerca di una vita migliore.

Sentiamo continuamente ribadito l’impegno di garantire il rispetto dei valori europei da parte dei Governi – valori quali la dignità umana, la liberà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto e i diritti umani. E’ arrivato il momento di tradurre questo impegno in azione. L’Europa e gli Stati Membri stanno concentrando le proprie politiche migratorie sul controllo delle frontiere, bloccando l’arrivo dei migranti e richiedenti asilo al di fuori dei confini europei, in paesi di transito, spesso pericolosi, che non garantiscono adeguato accesso alla protezione internazionale.

Vi chiediamo dunque una gestione del fenomeno migratorio che sia etica e fondata su principi e azioni lontani dalla retorica populista. Dimostrare forza non significa cacciare chi è in difficoltà. Dimostrare forza significa avanzare sicuri e uniti sulla via della difesa dei propri valori umani.

Paesi quali la Turchia, la Giordania e il Libano continuano ad accogliere milioni di rifugiati. L’Unione Europea e gli Stati membri devono continuare ad agire in quanto attori politici credibili e non costringere migliaia di persone a vivere in condizioni inumane e degradanti sulle isole greche, o respingendole in zone di guerra come la Libia.

Un approccio basato sulla deterrenza e la chiusura delle frontiere non può prevalere su politiche migratorie sostenibili e capaci di garantire il rispetto dei diritti delle persone.

Chiediamo a voi e ai leader europei di aprire vie regolari e sicure verso l’Europa, ad esempio attraverso il rilascio di visti umanitari e altri tipi di visti, l’incremento delle quote di reinsediamento, l’accesso a programmi di ricongiungimento familiare rapidi ed efficaci, una più efficace mobilità lavorativa che consideri tutti i livelli di qualificazione.

 

Organizzazioni italiane aderenti all’appello europeo

Reti:

  1. AOI – Associazione Organizzazioni Italiane cooperazione e solidarietà internazionale
  2. Concord Italia
  3. CINI – Coordinamento Italiano ONG Internazionali
  4. FOCSIV – Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario
  5. Link2007 – Cooperazione in rete
  6. Consorzio Ong Piemontesi COP
  7. Marche solidali – coordinamento organizzazioni marchigiane di cooperazione e solidarietà internazionale

Organizzazioni singole:

  1. ACRA
  2. ActionAid
  3. AI.BI. Amici dei Bambini
  4. AIDOS
  5. ADP Amici dei Popoli
  6. A Proposito di Altri Mondi Onlus
  7. Associazione K_Alma
  8. ASPEm Onlus
  9. CEFA Onlus
  10. Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale
  11. Cesvi
  12. CIAI
  13. CICSENE
  14. CIES
  15. CISV Onlus
  16. COMI
  17. Comitato Collaborazione Medica CCM
  18. COSPE Onlus
  19. CrEA Onlus
  20. CVM Comunità Volontari per il Mondo
  21. FMSI
  22. Fondazione Fontana
  23. GVC
  24. IPSIA
  25. Legambiente
  26. LVIA
  27. MANI TESE
  28. Movimento Shalom onlus
  29. Osservatorio AIDS
  30. Overseas
  31. PRO.DO.C.S.
  32. ProgettoMondo Mlal
  33. Rainbow for Africa
  34. Save the Children
  35. SONIA per un Mondo Nuovo e Giusto
  36. Terra Nuova
  37. U.V.I.S.P.-ASSISI
  38. WeWorld

 

Foto di Giovanni Diffidenti