Prevenire la sottonutrizione in Sud Sudan

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Secondo le ultime indagini antropometriche, il 16% dei bambini che vivono nello stato del Northern Bahr el Ghazal, in Sud Sudan, sono gravemente malnutriti, avendo un peso molto basso per la loro altezza. Molti di più mostrano un arresto della crescita, con un conseguente limitato sviluppo cognitivo e fisico e una forte esposizione alle malattie. La sottonutrizione è spesso associata alla mancanza di cibo, ma anche altri fattori giocano un ruolo ugualmente importante.

“La nostra indagine mostra che il 53% dei bambini sotto i 2 anni ha avuto la diarrea nelle settimane precedenti, principalmente a causa di scorrette pratiche igieniche, mancanza di acqua pulita, e inadeguate cure infantili. Questo significa che stanno perdendo molti dei nutrienti che mangiano e quindi, più facilmente, sono a rischio di malnutrizione”, spiega Michele Favaro, responsabile del progetto congiunto di People in Need e Cesvi per la sicurezza nutrizionale. E sottolinea: “Se vogliamo davvero ridurre la sottonutrizione, l’agricoltura da sola non basta. Dobbiamo focalizzarci sulle reali cause per cui così tanti bambini sono malnutriti”.

Per fronteggiare le molteplici cause della sottonutrizione, People in Need – insieme a Cesvi, che è suo partner nel network Alliance2015 – sta implementando un progetto finanziato dall’Unione Europea: RAIN – Agricoltura Resiliente per Migliorare la Nutrizione. La componente agricola del progetto punta a permettere alle famiglie di coltivare e consumare una più ampia varietà di prodotti, come ad esempio gli ortaggi verdi.

Se diversificare la dieta è importante, non si deve dimenticare che molti bambini diventano malnutriti in periodi di passaggio, quando il precedente raccolto finisce e le famiglie devono aspettare il successivo. Per consentire alle famiglie di produrre una maggiore quantità di cibo di base, centinaia di agricoltori locali sono stati supportati nell’uso di animali da tiro, facendo sì che possano sfruttare porzioni più ampie di terreno.

Un’altra parte cruciale del progetto consiste nell’assistere i proprietari di negozi locali nell’importare, promuovere e vendere sementi, attrezzi, e altri attrezzi agricoli essenziali per assicurare il cibo nel lungo periodo e la sicurezza nutrizionale, oltre che per ridurre la dipendenza dagli aiuti alimentari delle Ong.

“Con il progetto RAIN, lavoreremo con le comunità locali anche per abbattere le barriere alla messa in atto di buone pratiche che possono veramente fare la differenza nella salute dei bambini”, sottolinea Michele Favaro.

Il progetto RAIN segue l’approccio di People in Need chiamato Programma integrato per migliorare la nutrizione (IPIN). “IPIN si basa su una premessa semplice ma importante: la sottonutrizione è causata da una molteplicità di fattori che devono essere affrontati con soluzioni concrete e multisettoriali“, spiega Petr Schmied, consulente strategico di People in Need.

 

Autore: Petr Schmied – Foto: Jan Novak, People in Need