Terremoto Turchia e Siria: un mese dopo

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Terremoto Turchia e Siria

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Lo scorso 6 febbraio un catastrofico terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito Turchia e Siria. Ad un mese da questa terribile tragedia la situazione appare ancora estremamente drammatica. Le innumerevoli scosse – oltre 11.000 quelle di assestamento, ancora in corso – hanno provocato la morte di oltre 50.000 persone e oltre 120.000 sono state ferite nell’area interessata. Sono 15 milioni le persone colpite da questo terremoto, di cui quasi 4 milioni vivono oggi in rifugi temporanei.

Ancora dopo un mese continuano le operazioni di primo soccorso da parte degli operatori umanitari in coordinamento con il Governo per assicurarsi che le persone che non sono riuscite a rifugiarsi nelle località limitrofe abbiamo tende e  kit di prima emergenza, come prodotti igienici, set per la cucina, materassi… soprattutto nelle città più colpite come Kahramanmaraş, Adıyaman, Hatay, Gaziantep dove mi trovo proprio oraracconta a Tgcom 24 Chiara Bogoni dello staff emergenza CESVI, attiva sin dalle prime ore dopo il terremoto nei territori colpiti.

Anche noi di CESVI, in collaborazione con la rete Alliance2015, abbiamo contribuito e stiamo contribuendo alla distribuzione di beni di prima necessità, ma stiamo intervenendo anche attraverso l’istituzione di programmi di supporto psicosociale alle popolazioni, insieme a partner locali” continua Bogoni. Migliaia di persone infatti devono ora affrontare il contraccolpo psicologico di una tale tragedia, della perdita dei propri cari e della propria casa. Per questo motivo sono più che mai importanti sin dall’inizio dell’emergenza sistemi di supporto psicosociale per aiutare le popolazioni colpite ad affrontare il gravissimo trauma subito.

Noi di CESVI stiamo continuando a intervenire su due fronti, lato Turchia – dove ora le popolazioni iniziano a muoversi allontanandosi dai centri urbani, e c’è quindi la complessità di raggiungere i beneficiari – sia nel nord della Siria dove soprattutto nei primi momenti è stato complicato accedere, ma ora la situazione sta lentamente migliorando”.

In Turchia CESVI sta operando a Kahramanmaraş e Adıyaman, in collaborazione con il partner ACTED attraverso la distribuzione di aiuti umanitari salvavita, garantendo un rifugio alle famiglie oltre a: kit di prima necessità come materassi, coperte, set per la cucina, kit igienici per limitare la diffusione di malattie (pannolini, assorbenti, sapone, detersivi, salviette umidificate e sacchi per raccogliere i rifiuti) e costruendo latrine e bagni pubblici.

Alle distribuzioni sono affiancati i fondamentali servizi di supporto psicosociale comunitari, attraverso sessioni di gruppo e sessioni individuali dedicate agli adulti e in particolar modo per i bambini, tra le categorie più colpite dal disastro. Per i più piccoli CESVI ha previsto inoltre la costruzione di Child Safe Space, spazi sicuri dove fornire loro un supporto psicosociale ed emotivo adeguato alla loro età e ai loro bisogni.

In Siria invece – dove sono più di 4,2 milioni le persone direttamente colpite dal terremoto, con oltre 5.800 morti e 12.400 feriti –  sempre in collaborazione con il partner ACTED nei campi di sfollati e nei centri collettivi di Idleb e Aleppo, CESVI ha fornito acqua, spurgato le latrine, raccolto i rifiuti e riparato in emergenza i servizi igienici , oltre a distribuire tende per rifugi di emergenza, kit per l’igiene personale e set da cucina. Nei prossimi  mesi CESVI e ACTED sosterranno le famiglie più vulnerabili colpite dal terremoto con un programma di assistenza umanitaria di emergenza multisettoriale concentrato sulla fornitura di beni e servizi essenziali: riparazione delle infrastrutture critiche e distribuzione di beni salvavita.

© Photo credits: Fabrizio Spucches / CESVI