Ucraina: convivere con la guerra

Il conflitto in Ucraina ha raggiunto le 28.000 vittime causando oltre 3,7 milioni di sfollati interni.

Più di 17,6 milioni di persone necessitano di supporto umanitario, mentre l’arrivo dell’inverno, con temperature sotto lo zero, potrebbe peggiorare la situazione, soprattutto nelle aree vicine al fronte. Gli attacchi alle infrastrutture essenziali come energia, acqua e gas aggravano la crisi.

In questo contesto continua ad essere fortemente a rischio la salute mentale di quasi 10 milioni di individui, specialmente bambini e persone con disabilità. Le zone colpite continuano infatti a vivere la paura e la precarietà quotidianamente. Per questo a Bucha continuiamo a offrire servizi di supporto psicologico attraverso un centro specializzato dove psicologi e psicoterapeuti guidano terapie di gruppo e individuali. L’équipe opera sia nella sede centrale di Bucha che tramite unità mobili in diverse città, fornendo supporto mentale e psicosociale in aree particolarmente colpite dal conflitto. Da maggio a ottobre 2023 sono state fornite oltre 1.720 sessioni di supporto psicosociale. Il centro fornisce, oltre al supporto psicosociale, attività rivolte a diversi target, come laboratori di artigianato (fiori, braccialetti etc.), tecniche di rilassamento, arte-terapia, laboratorio di fiabe.

Gli interventi di carattere psicosociale proseguiranno nel nuovo anno a Bucha, grazie al sostegno di OCHA, inoltre, amplificheremo le attività anche nelle regioni sud-orientali del Paese (Mykolayiv, Kherson e Kharkiv) colpite da costanti bombardamenti, sfollamenti e minacce.

Sempre nell’ambito degli interventi legati al tema della salute mentale, negli ultimi mesi CESVI ha sostenuto l’Ospedale a Psichiatrico di Vorzel attraverso la fornitura di attrezzatura che era andata distrutta (lavatrice, asciugatrice, materassi, kit igienici etc.). Durante l’escalation della guerra nel febbraio 2022 il centro ha continuato a ospitare pazienti che non potevano lasciare la struttura. Allo scoppio della guerra per alcuni giorni pazienti e personale si sono rifugiati nel seminterrato sopravvivendo grazie alle scorte, poi il 28 febbraio la struttura è stata evacuata e presa d’assalto dai russi. Dopo l’occupazione il centro è stato svuotato, danneggiato e saccheggiato. “I russi hanno occupato questo centro e quasi 150 soldati sono rimasti qui.  Hanno distrutto tutto quello che potevano. Hanno rotto i letti. Tutte le pareti erano coperte da scritte sui muri. Hanno sparato alle porte. Dopo un mese è stata ritrovata una fossa comune” racconta la Direttrice del Centro Regionale di Salute Mentale di Kyiv a Vorzel, Tetyana Ponomarenko.

Con la liberazione, la zona è stata ripulita dalle mine e dalle armi lasciate dai russi. Tetyana ha sofferto di depressione a causa della pesante situazione, ma insieme al personale e ai pazienti ha lavorato per riparare e riaprire il centro: “ogni giorno percorrevo 50 km ad andare e 50 km a tornare, lo staff è riuscito a tornare e ci siamo messi all’opera. Abbiamo deciso di dividere le nostre squadre in 3, 4 persone e di pulire la struttura. Mio marito ha portato l’acqua, un grosso camion di acqua. I nostri pazienti nelle vicinanze hanno raccolto denaro per poter acquistare materiale per ristrutturare. Siamo riusciti a riprendere i pazienti solo a maggio” racconta Tetyana. Il centro fornisce assistenza residenziale da due settimane a tre mesi, ma pazienti con malattie gravi possono rimanere più a lungo.

Le storie delle persone che sono state aiutate dalla struttura sono molto dolorose e toccanti.  Tra di loro Olga, una signora di oltre 50 anni, che quando suo figlio è partito per la guerra come soldato, ha lasciato casa sua e si è trovata una trincea dove ha vissuto per 4 mesi. Quando è arrivata presso l’Ospedale ha spiegato che aveva vissuto così perché non poteva permettersi di vivere in un posto comodo quando suo figlio combatteva la guerra. Nel centro ha seguito un percorso di riabilitazione che ha terminato con successo ed ancora oggi l’equipe è in contatto con lei.

Il supporto di CESVI, che ha fornito attrezzature e migliorie significative al centro, ha contribuito fortemente a migliorare le condizioni dell’ospedale e la permanenza dei pazienti. “Le parole di gratitudine sono infinite. Il flusso di lavoro dell’istituto migliorerà notevolmente. Grazie per la vostra collaborazione”, conclude Tetyana.

In questo momento caratterizzato da molteplici emergenze nel mondo, aiutaci a sostenere le popolazioni colpite da guerre, conflitti: sostieni il nostro fondo emergenze e ci aiuterai a ricostruire la speranza.