Un anno senza Nelson Mandela

“Nessuno è nato odiando l’altro per il colore della sua pelle, il suo background, la sua religione. Le persone apprendono l’odio e, se sono in grado di imparare a odiare, allo stesso modo si può insegnare loro ad amare. Perché l’amore arriva molto più spontaneamente al cuore umano rispetto al sentimento opposto”.

Con queste parole vogliamo ricordare, a un anno dalla sua morte, la figura di Nelson Mandela e l’eredità straordinaria che ha lasciato al mondo.

La vita “Madiba” è stata un grande insegnamento per chi, come noi, ogni giorno lavora sul “campo” contro la discriminazione, l’emarginazione e la violenza.

Il Sudafrica, il suo Paese, è ancora oggi la nazione con la più alta incidenza di infezioni da HIV al mondo. Nelson Mandela si è battuto in prima persona per vincere la pandemia, soprattutto per garantire l’acceso ai farmaci antiretrovirali ai sieropositivi.

Nelle township di Città del Capo, Cesvi continua il suo impegno contro l’Aids e a favore delle donne vittime di violenza. Un impegno che passa prima di tutto dal coinvolgimento dei giovani, affinché possano diffondere una cultura della non-violenza, del dialogo e dell’accoglienza.

Perché, come Mandela ci ha insegnato, il futuro del Sudafrica dipende, soprattutto, dal coraggio delle nuove generazioni.

Nella foto di Cristina Francesconi, il murales della Casa del Sorriso del Cesvi nella township di Philippi, Città del Capo.