Essere insegnante alla Casa del Sorriso

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Testo e traduzione di Matteo Manara

La Casa del Sorriso è uno spazio protetto situato nella zona portuale di Port-au-Prince, Wharf Jérémie, una delle baraccopoli più povere e popolate della capitale di Haiti. L’obiettivo del progetto è quello di allontanare i bambini dalla strada e di donare loro la possibilità di svilupparsi in modo sano e costruirsi una vita migliore. Alla Casa del Sorriso i bambini possono quindi giocare, seguire attività sportive, artistiche, psico-sociali e di sensibilizzazione. E, soprattutto, frequentare la scuola: opportunità spesso negata in partenza a tanti giovani abitanti del quartiere a causa della povertà.

Abbiamo chiesto a Jean Bernard, insegnante nella classe sesta proprio alla Casa del Sorriso, di raccontarci qualcosa di più sull’importanza della presenza di Cesvi a Wharf Jérémie.

“Ho sempre sentito di avere l’insegnamento nel sangue…” – racconta. “Ho iniziato alcuni anni fa e dal 2019 sono alla Casa del Sorriso. È un lavoro che mi piace molto, una vera e propria passione.”

Com’è essere insegnanti a Wharf Jérémie?

“Come insegnanti siamo un po’ lasciati da soli al nostro compito: non possiamo contare sul coinvolgimento attivo dei genitori del quartiere nel processo educativo e dobbiamo quindi usare nei confronti degli alunni ancora più amore e comprensione. D’altra parte il contesto in cui operiamo è veramente difficile: basti pensare alle difficoltà sanitarie, alla situazione di vulnerabilità estrema dei bambini, all’insicurezza dovuta alla presenza nel quartiere di gruppi armati. A volte ho paura per la mia stessa vita e per quella dei bambini, temo che possano finire sulla cattiva strada. È proprio per questo però che mi sento utile: so che le nostre attività alla Casa del Sorriso contribuiscono ad un cambiamento positivo nella zona e offrono loro una possibilità di futuro.”

C’è una storia che ti ha particolarmente colpito e che vorresti raccontarci?

“Mi viene in mente Rolande, una ragazza di 14 anni particolarmente pallida e cagionevole a causa della mancanza di cibo e di cure. La sua famiglia è veramente molto povera, ma Rolande brilla a scuola per impegno ed intelligenza e secondo me può fare strada. Un giorno alla fine delle lezioni l’ho vista ancora in classe a lavorare e ad aiutare dei compagni. Questo mi ha fatto pensare alle grandi difficoltà che vivono questi giovani ma anche a quanta determinazione ci sia in loro: sono certo che grazie a questa convinzione e all’aiuto della Casa del Sorriso Rolande potrà raggiungere importanti obiettivi nonostante il contesto in cui è nata e cresciuta.”