Kamara: l’integrazione parte dalla cucina

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foto di Emanuela Colombo

I Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) presenti oggi in Italia sono 18.491. Con il 43,1% delle presenze sul territorio, la Sicilia risulta essere la prima regione di accoglienza. A causa della loro condizione di solitudine e abbandono, i MSNA rappresentano uno dei gruppi più vulnerabili interessati dal fenomeno migratorio. L’impegno di Cesvi nei confronti del supporto all’autonomia socio-economica di MSNA si è consolidato nel 2017 con il progetto nazionale Strada Facendo (2017-2020). Strada Facendo è finanziato da 9 Fondazioni Italiane nell’ambito del programma europeo “Never Alone. Per un domani possibile”: Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione CON IL SUD, Enel Cuore, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Fondazione Peppino Vismara.

di Nicoletta Ianniello

Kamara, 18 anni, del Mali, si presenta sorridente e orgoglioso della sua nuova pettinatura bi-color. Anche se cerca di stare serio, gli occhi non smettono un attimo di sorridere.

Si muove con disinvoltura tra biscotti di mandorle, cannoli, pan di spagna e bignè, ma anche pizze, arancini e ravioli, all’interno del laboratorio in cui è impiegato. Siamo a Siracusa, presso la storica pasticceria Brancato che dal 1984 è un punto di riferimento per i golosi della città.

Qui Kamara ha svolto un tirocinio formativo nell’ambito del progetto “Strada Facendo” di Cesvi a partire dal mese di ottobre 2017. Ora è un vero e proprio dipendente, avendo ottenuto un contratto di apprendistato. “Ho deciso di assumerlo perché è serio e affidabile, e ormai per me è come un figlio” – ci spiega Antonio Brancato, titolare dell’azienda, che a breve metterà a disposizione anche un appartamento in cui il ragazzo potrà alloggiare all’uscita dal centro di accoglienza – “Kamara è molto responsabile nella gestione del laboratorio e apprende in poco tempo quello che altri suoi coetanei imparano in anni. Si ferma spesso oltre l’orario di lavoro, di sua volontà, perché vuole continuare a migliorare. Alla luce di questa esperienza positiva, sto pensando di prendere anche un altro tirocinante africano”.

In Mali Kamara, figlio di una famiglia poverissima, non era mai andato a scuola. La sua prima opportunità di accedere agli studi è avvenuta in Italia, dove ha conseguito il diploma di terza media. “Una vera emozione per lui” – sottolinea Silvia Zaccaria, project manager di Cesvi.

Oggi Kamara concilia il suo lavoro di pasticcere con lo studio: frequenta una scuola di cucina che, in tre anni, gli consentirà di raggiungere la qualifica di chef. Ha già terminato brillantemente il primo anno.

“Amavi cucinare anche nel tuo Paese?” – gli chiedo.

“No, ho scoperto questo talento in Italia. In Mali facevo il pastore” – risponde – “I soldi in casa erano pochi, i miei dovevano badare anche ad un fratello più grande e a due sorelle più piccole. Per questo ho deciso di accettare la proposta di mio zio, che aveva bisogno di un aiuto nel suo lavoro di venditore. Mi sono trasferito da lui nella regione di Gao e all’inizio le cose andavano bene. Poi la situazione è precipitata: in questa regione indipendentista è scoppiata la guerra, c’erano milizie islamiche e gruppi rivali ovunque: rimanere era troppo pericoloso e ho deciso di scappare”.

E così, a soli 12 anni, Kamara lascia Gao in cerca di fortuna. Per quasi due anni vive in Libia dove, racconta, “Alcune persone più grandi mi hanno protetto e aiutato economicamente. Ma l’atmosfera era terribile. In Libia ti possono rapire in qualsiasi momento per chiedere soldi”.

La decisione di attraversare il mare arriva nel 2015. Kamara ha 15 anni e un sorriso che gli porterà fortuna, fino alla pasticceria Brancato che oggi, come dice il titolare stesso, “è il suo regno”.

 

Foto di Emanuela Colombo