Per crescere un bambino ci vuole un villaggio

Testo di Monica Avogadri

Bolton, 14 anni, è cresciuto in una famiglia segnata dall’abbandono paterno e dalla povertà, che l’ha portato a vivere sulla strada. Oggi, alla Casa del Sorriso di Harare, ha ritrovato il sostegno di una comunità e la voglia di riscatto grazie alla grande famiglia di CESVI!

“Per crescere un bambino ci vuole un villaggio” recita un antico proverbio africano, un forte richiamo all’importanza di una comunità nella vita di un bambino: una comunità che non solo offra amore e sostegno, ma che sappia essere un salvagente nei momenti di fragilità, specialmente quando la famiglia, per varie ragioni, non può esserlo. Ad Harare, in Zimbabwe sono molti i bambini trascurati dalla propria famiglia e dalla propria comunità, che trovano conforto e sostegno presso la Casa del Sorriso di CESVI. Tra le loro storie, c’è quella di Bolton, un ragazzo di 14 anni, cresciuto in una famiglia segnata dall’assenza del padre, che oggi ha ritrovato la speranza grazie alla Casa del Sorriso e a tutta la famiglia di CESVI.

Bolton non ha mai conosciuto il padre biologico, scappato di casa quando lui aveva tre anni. La madre del ragazzo ha quindi dovuto prendersi cura di sette figli da sola, in un contesto di crescente povertà e violenza. La donna non sempre riusciva a provvedere ai suoi bambini: “La vita non era facile, andavamo spesso a letto affamati. Le tasse scolastiche non venivano sempre pagate e mia madre finì per accumulare un grande debito. Molte volte venivamo cacciati via dalla scuola per mancato pagamento. Le uniformi scolastiche erano un lusso per noi. Spesso invidiavo gli altri bambini della mia classe che venivano sempre a scuola con le uniformi, ben tenuti, puliti e decenti. Potevo solo guardarli ammirato” ci racconta Bolton.

La situazione peggiorò quando la mamma del ragazzo ebbe un incidente: i conseguenti problemi di salute cronici la impossibilitarono a occuparsi dei suoi figli. Inizialmente fu la sorella maggiore di Bolton a occuparsi dei sei fratelli, ma presto anche lei scappò di casa, schiacciata dal peso della responsabilità, abbandonando i fratelli più piccoli e la madre malata. Fu così che Bolton e i suoi fratelli si trovarono a vagare per le strade, elemosinando cibo, rubando e saltando intere giornate scolastiche per mettere qualcosa sotto i denti.

Ma proprio mentre vagava per le strade, Bolton è venuto a conoscenza della Casa del Sorriso di Harare, un luogo di accoglienza per ragazzi di strada, abbandonati o orfani, a rischio di droga e delinquenza. Un luogo dove trovare cibocure medichesostegno psicosociale e legalecorsi di formazione e laboratori artistici. Oggi, grazie alla famiglia della Casa Del Sorriso Bolton riceve il supporto materiale e psicologico che non ha potuto ricevere in famiglia. Il ragazzo sta pian piano curando la ferita psicologica causata dall’abbandono del padre, che ha reso la sua vita e quella della sua famiglia tanto difficile.

Nel 2023 Bolton è riuscito a terminare la scuola primaria e ora sogna di ottenere il diploma e continuare a studiare, per essere in grado di sostenere la sua famiglia e riscattare la sua vita. Anche la sua mamma, vedendo il ragazzo contento e orgoglioso ha ritrovato la speranza: “Lei mi incoraggia a impegnarmi duramente a scuola perché crede che ce la farò nella vita. Spesso dice che c’è una luce per me alla fine del tunnel”. Una luce di speranza che CESVI, grazie al sostegno dei suoi donatori, conta di tenere ben accesa per tutti i bambini che come Bolton ne sono bisognosi.