Vincent: il coraggio di ricominciare

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Vincent MSNA Fondazione Prosolidar ph. Emanuela Colombo

Da anni la Sicilia rappresenta un crocevia per i flussi migratori attraverso il Mediterraneo centrale. Particolarmente interessata è la Sicilia orientale, dove è avvenuto il 60% (41.375) degli sbarchi di migranti. La Sicilia è anche la regione che ospita il maggior numero di Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA). Il 60% dei 18.303 MSNA censiti in Italia dal Ministero del Lavoro al 31/12/2017 è composto da giovani in transizione verso l’età adulta con urgenza di definire un proprio progetto di vita in vista dell’uscita dalle comunità di accoglienza. Favorire l’acquisizione di competenze nel settore agricolo e quindi l’inclusione sociale e l’occupazione per i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) e neomaggiorenni in Sicilia orientale è l’obiettivo del progetto “Integrazione è Futuro”, promosso da Cesvi e finanziato da Fondazione Prosolidar.

di Nicoletta Ianniello

Vincent non sorride quasi mai.

Viene dalla Nigeria, è arrivato in Sicilia nell’agosto del 2017 da solo. Aveva 17 anni.

“Ho perso alcuni amici nel viaggio in mare” – racconta con lo sguardo più triste che abbia incrociato in questi giorni – “Altri sono morti mentre attraversavamo il deserto. Non è il più forte a sopravvivere, tutto dipende dalla volontà di Dio. Bisogna avere fede in lui e non arrendersi”.

Accenna un sorriso solo quando gli dico che ho incontrato Cima, un altro ragazzo nigeriano. “È un mio buon amico” – precisa – “ci siamo conosciuti in Libia e abbiamo deciso di partire insieme. Ora siamo alloggiati presso il centro di accoglienza ‘Alba Chiara’ che però presto chiuderà”.

Poi il pensiero torna al passato: “Ho dovuto lasciare il mio Paese perché non avevamo da mangiare. I miei genitori e le mie sorelle sono rimasti in Nigeria e mi mancano moltissimo. Sono venuto qui per cercare di aiutarli con i miei guadagni. Sono l’unico figlio maschio: se un giorno mio padre dovesse mancare, io diventerò il capofamiglia e dovrò prendermi cura di tutti”.

“In Nigeria lavoravo nella trasformazione dell’alluminio per la produzione di finestre.  Frequentavo anche la scuola ma c’erano enormi problemi. Da noi ci sono gang di ragazzi molto aggressivi. Mi devi credere, mi prendevano in giro e mi picchiavano senza motivo”. “Ho i segni delle coltellate sulle braccia” – dice alzandosi le maniche della t-shirt per mostrarmi due grosse cicatrici.

“Non ho parlato con i miei genitori della mia intenzione di partire, l’ho fatto di nascosto, confidandomi solo con un amico” – continua – “Per giorni mi hanno cercato disperatamente e quando li ho chiamati dalla Libia mia mamma urlava di felicità. Lei è quella che mi manca di più. Quando sono triste l’unica cosa che posso fare è telefonarle e trovare conforto nelle sue parole”.

Oggi Vincent sta svolgendo un tirocinio formativo a Noto, nell’ambito del progetto Cesvi sostenuto da Fondazione Prosolidar, presso l’azienda agricola dei fratelli Paolo e Luca che producono mandorle, olio e limoni. Durante la settimana vive in una casetta che gli hanno messo a disposizione vicino ai campi e forse la solitudine fa correre troppo spesso il pensiero alla sua mamma. Ha ancora così tanto bisogno di cure, penso, mentre lui cerca di spiegarmi che i suoi sono felici che lui sia in Italia perché qui potrà avere un futuro.

Vincent ha cominciato il tirocinio da un mese e ha qualche difficoltà di concentrazione. Ma le potenzialità non mancano. “La buona volontà ce l’ho” – dice – “e voglio impegnarmi per migliorare”.

 

Foto di Emanuela Colombo