Amazzonia: proteggere il futuro del nostro pianeta con l’economia circolare

Di economia circolare si parla ormai molto, ma la conoscenza e la comprensione delle sue caratteristiche è ancora piuttosto limitata.  Secondo una delle definizioni più accreditate* “L’economia circolare è un’economia dove il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto nell’economia più a lungo possibile. Tutti gli output di un processo sono input per un altro”.

Per conoscerla meglio, ci siamo spinti in uno dei luoghi più importanti nella regolazione del clima e dei cicli biologici di tutto il pianeta, la foresta Amazzonica, dove CESVI è presente da oltre 30 anni. Ad accompagnarci in questo viaggio Sky, per raccogliere la testimonianza e raccontare il percorso di empowerment delle comunità native, che li vede trasformati in veri “guardiani della foresta” a tutela dell’ambiente che li circonda.

Proprio nel polmone del mondo, grazie al finanziamento dell’Unione Europea è infatti nato il progetto “Amazzonia Verde” che coinvolge attivamente le comunità locali, nella protezione e nella gestione sostenibile delle risorse naturali. Attraverso la promozione di pratiche agricole sostenibili, la gestione responsabile delle risorse forestali e il coinvolgimento attivo delle comunità locali, creiamo opportunità economiche senza danneggiare l’ambiente riducendo al massimo il consumo di materiali vergini. Mettiamo quindi in pratica il concetto di economia circolare.

Abbiamo incontrato i castañaeros (raccoglitori del frutto noto come noce brasiliana qui detta amazzonica) della Riserva Nazionale Tambopata e del Parco Nazionale Bahuaja Sonene che hanno imparato a lavorare e commercializzare ogni parte della noce, trasformandola in prodotti per la cosmesi e per la cucina. La comunità di Marontoari, ci ha mostrato poi come allevano, in maniera sostenibile, le api dorate senza pungiglione (melipona): prima il miele veniva raccolto in natura distruggendo gli alveari. Oggi agli apicoltori dividono e costruiscono i nidi invece che affidarsi al miele trovato nelle foreste, danneggiando così le stesse api. Le comunità femminili delle associazioni di artigiane della comunità nativa di Palma Real invece ci hanno spiegato come sfruttano al 100% il frutto del cacao, di aguaje e ungurahui. Ed infine la Comunità Nativa Boca Pariamanu, che si sta aprendo al turismo sostenibile ci ha mostrato il proprio vivaio comunitario, i sistemi agroforestali e di compostaggio.

Ma perché è così importante sfruttare al massimo i doni della foresta Amazzonica, riducendo gli scarti?

Le comunità native devono fare una scelta: svendere la foresta per guadagni immediati o conservarla per garantire un futuro sostenibile. In Perù, questa sfida è ardua, dal 2001 al 2015, una media di 120.000 ettari di foresta all’anno sono stati erosi, un tasso insostenibile, perché la deforestazione in Amazzonia non è solo un problema locale, ma ha ripercussioni globali. L’Amazzonia oltre che essere un naturale polmone del mondo ha il compito di assorbire importanti quantità di carbonio, contribuendo così alla mitigazione dei cambiamenti climatici. La perdita di foresta compromette questa capacità, aumentando l’emissione di gas serra e accelerando il riscaldamento globale.

Preservare l’Amazzonia non è solo una questione ambientale, ma una responsabilità condivisa verso le generazioni future. Il nostro pianeta dipende dall’equilibrio fragile di questi ecosistemi, e proteggere la foresta significa proteggere il cuore stesso della Terra. Con progetti come “Amazzonia Verde”, possiamo lavorare insieme per costruire un futuro in cui l’uomo e la natura possano prosperare in armonia.