CESVI ancora in prima linea per sostenere il Pakistan, devastato dalla crisi climatica

Pakistan crisi climatica alluvione

Aiutaci a rimanere al fianco di uno dei Paesi che sta pagando il prezzo più alto per la crisi climatica che sta colpendo il nostro pianeta.

La catastrofe umanitaria causata dalle piogge torrenziali che hanno investito il Pakistan quest’anno ben rappresenta gli effetti devastanti della crisi climatica: dal 14 giugno i monsoni, molto più intensi della media stagionale, sommandosi al caldo straordinario di quest’anno, effetto di un cambiamento climatico sempre più inarrestabile, hanno colpito oltre 33 milioni di persone.

Le autorità pakistane riportano ad oggi oltre 1.700 morti e 13.000 feriti, mentre sono oltre 2 milioni le case, 25.000 le scuole e 13.000 i chilometri di strade completamente distrutte o fortemente danneggiate (OCHA, 2022). Inoltre, secondo le Nazioni Unite, al momento più di 20 milioni di persone necessitano di assistenza immediata, di cui circa 10 milioni di bambini e 8 milioni di persone hanno perso le proprie case e i propri campi, che sono tutt’ora allagati dalle acque che ristagnano da più di due mesi (OCHA, 2022).

Le problematiche più urgenti sono ancora rappresentate parimenti da danni diretti e indiretti delle piogge: ai deterioramenti strutturali ad abitazioni, strutture pubbliche e a strade, infatti, si sommano le acque stagnanti che generano ambienti insalubri e condizioni igieniche difficoltose.

Per quanto riguarda il propagarsi di malaria, dengue, colera, diarrea acuta e tifo, gli ultimi aggiornamenti non sono rincuoranti: fra luglio e ottobre nella sola provincia del Sindh – la più colpita – le autorità sanitarie hanno diagnosticato oltre 350.000 casi di malaria e più di 1,5 milioni di diagnosi di altre malattie trasmesse dalle acque insalubri.

Questo rapido aumento dei casi è dovuto anche agli ingenti danni ai servizi di base, a causa dei quali, secondo fonti governative del Pakistan, circa 5,4 milioni di persone hanno iniziato a fare uso di fonti di acqua non protette e circa 6,3 milioni di persone non hanno più accesso a strutture igienico-sanitarie domestiche (si stima che 950.000 latrine domestiche siano danneggiate o non accessibili).

L’emergenza in corso ha, inoltre, ulteriormente esacerbato la fame nella regione e – a causa dell’aumento dei prezzi dei beni alimentari, della perdita del bestiame, dei campi e di altre opportunità di reddito – secondo le Nazioni Unite nei prossimi mesi il numero di persone a rischio potrebbe salire fino a 11 milioni (FAO, 2022). La situazione è particolarmente grave per le categorie più vulnerabili: nelle provincie più colpite del Sindh e del Balochistan 1,6 milioni di bambini – 1 su 9 – soffrono di malnutrizione grave acuta e necessitano urgentemente di terapie salvavita.

Noi di CESVI siamo presenti in Pakistan dal 2005, raggiungendo più di 2,5 milioni di beneficiari. Da anni operiamo nel Sindh, dove aiutiamo le comunità e le autorità locali a migliorare le proprie capacità di risposta alle calamità con attività di formazione mirate a migliorare le capacità di risposta alle crisi.

Abbiamo inoltre predisposto la realizzazione di sistemi di monitoraggio delle acque dei fiumi che permettono di controllare il livello dei corsi d’acqua e di prepararsi all’impatto delle alluvioni, una volta raggiunta la soglia di allerta.

Oltre alle attività nei villaggi che si sono rilevate salvifiche perché hanno permesso alla popolazione di evacuare le zone a rischio con largo anticipo e ai volontari di intervenire in soccorso alle vittime, CESVI ha fin da subito avviato distribuzioni di kit di emergenza per supportare le comunità colpite dalla crisi.

Ora stiamo intensificando i nostri interventi per arginare la diffusione delle malattie e mitigare il rischio dell’insicurezza alimentare. Nel Sindh e nel Balochistan continuiamo a fornire a oltre 354.000 persone kit igienici di emergenza, tende, zanzariere per combattere le infezioni di malaria, lampade e pannelli solari per contrastare i frequenti blackout, sostegni economici per chi ha perso il proprio reddito, pacchi alimentari e terapie a base di Plumpy’Sup per i bambini e le donne in gravidanza e allattamento gravemente malnutriti.

Le piogge sono finite, ma la situazione umanitaria causata dalla crisi climatica in Pakistan è lontana dal risolversi.

© Unione Europea 2022 (Abdul Majeed)