Cesvi contro il Covid-19 anche nei paesi del Sud del mondo

Il 30 gennaio scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il nuovo coronavirus “emergenza globale”. Il virus, comparso ad inizio anno in Cina si è diffuso velocemente raggiungendo Paesi di quasi tutti i continenti.

Ad oggi vi sono oltre 1,5 milioni di casi confermati in tutto il mondo, i morti sono più di 82mila.

Cesvi si è attivato sin dall’inizio per rispondere all’emergenza nel nostro paese e in particolare nel territorio lombardo e nella città di Bergamo, la più colpita in Italia. A quasi un mese dall’inizio delle operazioni abbiamo donato 700mila dispositivi di protezione, oltre 500 ventilatori, un cardio help, una tac mobile e altre attrezzature mediche fondamentali all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’Ospedale da campo degli Alpini e alle Case di riposo. Abbiamo inoltre attivato interventi socioassistenziali a domicilio per la fascia vulnerabile degli over 65 sia nella città di Bergamo che di Milano.

Ma il lavoro di Cesvi nel mondo non si ferma.

Nel quadro della pandemia globale COVID-19, Cesvi sta attivando tutti i canali possibili per contribuire efficacemente alla risposta nei diversi Paesi in cui interviene.

Le missioni di Cesvi hanno contribuito attivamente allo sviluppo del Rapporto sulla situazione di emergenza COVID-19 (SitRep) ideato da OCHA e al Piano di risposta interagenzia COVID-19.

Inoltre Cesvi sta lavorando per raccogliere fondi o per sostenere i partner e le istituzioni locali e sta programmando, o ha già avviato, interventi specifici di prevenzione o risposta al COVID-19.

In Somalia in continuità con l’intervento sanitario in corso nel Paese, Cesvi sta formando gli operatori sanitari perché siano in grado di rilevare i casi di COVID-19 e gestirli in vista di un’eventuale espansione della pandemia. Cesvi sta inoltre distribuendo dispositivi di protezione individuale per i soccorritori in prima linea e lavorando per sensibilizzare e creare consapevolezza sull’importanza dell’igiene e della prevenzione, anche attraverso la costruzione di postazioni per il lavaggio delle mani in aree dove la densità della popolazione è alta.

In Pakistan, dove sono oltre 4.000 i casi di coronavirus confermati, Cesvi è attivo nella costruzione di latrine e di autotrasportatori d’acqua per i centri di quarantena e sta rifornendo di attrezzature mediche e dispositivi di protezione gli operatori sanitari. In programma anche una campagna di comunicazione e sensibilizzazione relativa ai rischi del COVID-19 da veicolare nelle diverse lingue locali, rivolta alle aree svantaggiate del paese dove non è possibile l’accesso ai media tradizionali.

In Palestina, in linea con gli interventi già attivi nel Paese, Cesvi sta lavorando sul tema della salute ambientale per contrastare la diffusione del virus. In particolare le attività in fase di avvio sono legate alla gestione dei rifiuti infettivi provenienti dalle strutture sanitarie, dai centri di quarantena e dall’isolamento domiciliare sia in Cisgiordania che a Gaza.

In tutti i paesi di intervento Cesvi sono in corso analisi e studi per attivare interventi specifici legati all’emergenza, ma sono molte le attività nate prontamente per aiutare le comunità.

In Brasile gli operatori della Casa del Sorriso di Rio De Janeiro, nella favela di Manguinhos, hanno attivato un servizio a domicilio di consegna di beni alimentari per le famiglie che non hanno la possibilità di lavorare a causa del lockdown. Ad Haiti la Casa del Sorriso, che al momento non può accogliere i bambini per le lezioni scolastiche, ha dato il via ad un’attività di sensibilizzazione sulla prevenzione e quindi sull’igiene rivolta alle famiglie di Wharf Jérémie, uno dei quartieri più poveri e bisognosi della capitale Port-au-Prince. In Perù è stato avviato un progetto di assistenza alle ragazze della Casa del Sorriso di Lima che prevede la distribuzione di kit alimentari e igienici.

Cesvi continua con grande impegno il proprio lavoro nei Paesi del sud del mondo, ponendo un’attenzione particolare a quei contesti dove l’avvento del Coronavirus potrebbe avere conseguenze drammatiche, andando ad aggravare condizioni di vita già fortemente compromesse da fame, povertà, e una diffusa vulnerabilità.

“Le popolazioni con cui lavoriamo, meritano in questo momento potenzialmente drammatico per loro, il nostro sforzo migliore. I loro figli ci ricorderanno per tutta la vita per quello che saremo in grado di fare per proteggerlidichiara Piersilvio Fagiano, Direttore Generale Cesvi.