Crisi climatica in Pakistan: un terzo del Paese è sommerso dalle alluvioni

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Dal 14 giugno, il Pakistan sta sperimentano una delle peggiori stagioni monsoniche della propria storia, di 3 volte – 5 volte nelle zone più colpite – più intensa rispetto alla media degli ultimi 30 anni.

Secondo le Nazioni Unite, 33 milioni di personedi cui 16 milioni di bambini – sono state colpite dalle piogge monsoniche, che hanno portato con sé piogge devastanti, alluvioni e frane improvvise. Ad oggi, le autorità registrano oltre 1.200 vittime e 4.900 feriti e oltre un milione di case sono state distrutte o severamente danneggiate. I principali fiumi del Paese sono esondati, distruggendo abitazioni, fattorie, strade, ponti, ospedali e scuole – più di 17.500 istituti scolastici sono stati danneggiati o completamente rasi al suolo.

A peggiorare la già grave situazione umanitaria, si sono registrati i primi casi di diarrea e colera, che hanno colpito una popolazione già estremamente vulnerabile. Prima delle alluvioni, infatti, il 40% dei bambini nel Paese soffriva di arresto della crescita per via della malnutrizione cronica.

La situazione è in rapida escalation. La morte di più di 733.000 capi di bestiame e la devastazione delle coltivazioni, rischiano di peggiorare ulteriormente la sicurezza alimentare della popolazione.

Noi di CESVI ci siamo subito mobilitati, attivando il nostro staff nel Paese per prime operazioni di soccorso e per monitorare la situazione, valutando i bisogni più urgenti della popolazione più vulnerabile al fine di strutturare aiuti umanitari mirati ed efficaci.

L’emergenza in Pakistan rappresenta uno degli esempi più significativi delle ingiustizie della crisi climatica. Secondo il Global Climate Risk Index 2021, negli ultimi 20 anni il Paese è stato l’ottavo più colpito al mondo dagli effetti negativi del cambiamento climatico, nonostante sia responsabile solo dell’1% delle emissioni di gas serra a livello globale.

CESVI è presente in Pakistan fin dal 2005, concentrando il proprio intervento proprio su attività di preparazione della popolazione ad affrontare catastrofi e disastri naturali, raggiungendo negli anni più di 2,5 milioni di beneficiari.

Dallo scorso anno, CESVI interviene nel Sindh – la provincia più colpita dalle alluvioni – per aiutare le comunità e le autorità locali a migliorare le proprie capacità di risposta alle calamità. Con il progetto “Strengthening Resilience of Populations Vulnerable to Recurrent Disasters and Emergencies in Thatta and Mirpurkhas, Sindh”, in collaborazione con Action contre la Faim e finanziato da ECHO – la Direzione Generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario dell’Unione Europea, CESVI attualmente opera in 50 villaggi, dove 31.795 persone hanno partecipato a training per migliorare le proprie capacità di rispondere alle crisi.

Inoltre, CESVI ha realizzato un sistema di monitoraggio delle acque dei fiumi che ha permesso a 20.800 persone di controllare il livello dei corsi d’acqua e di prepararsi all’impatto delle alluvioni una volta raggiunta la soglia di allerta.

Infine, in tutti i 50 villaggi, a partire dall’inizio del progetto, CESVI ha fornito kit di emergenza per il primo soccorso, la ricerca e il salvataggio. Durante le alluvioni di quest’anno, i kit e i 600 operatori formati dal progetto stanno svolgendo un ruolo di vitale importanza nelle prime operazioni di soccorso e salvataggio dei feriti.

In questo difficile contesto, dovuto ai danni provocati dall’alluvione e a una situazione già critica, lavoriamo ogni giorno per supportare la popolazione colpita da quest’emergenza, dovuta alla crisi climatica.

Il nostro impegno non si ferma. Continuate a rimanere al nostro fianco per renderlo possibile.