Giovani e anziani uniti nell’emergenza: la testimonianza di Michela e Vincenzo

Piano piano la vita ricomincia. La fase di emergenza acuta è passata, ma non si ferma il lavoro dei volontari attivi a Bergamo nel progetto attivato da Cesvi in collaborazione con il Comune di Bergamo e i Consorzi Solco Città Aperta e R.I.B.E.S., per sostenere i molti anziani vulnerabili della città offrendo servizi a domicilio, come la consegna della spesa, di pasti pronti, farmaci e disbrigo di piccole commissioni.

Sono ormai oltre 1000 gli anziani che vengono supportati dal progetto attraverso il servizio di 450 volontari attivi in tutta la città, come Michela che coordina il gruppo del Villaggio degli Sposi e ci racconta del suo incontro con il Signor Vincenzo.

Sono in contatto con il signor Vincenzo da diverse settimane, gli consegno regolarmente la spesa, che effettuo in uno dei supermercati in cui lui si recava abitualmente. Sono molto contenta di aver instaurato un rapporto e di avere il piacere di fare quattro chiacchiere con lui sulla situazione attuale, da cui scaturiscono anche riflessioni profonde. Il signor Vincenzo ha 77 anni e da trent’anni ormai vive da solo, ha una figlia e una nipote, che però vivono lontano. Essendo già abituato da tempo a vivere da solo, l’idea di non poter uscire di casa e di stare in isolamento, non lo agita, mi ricorda, infatti, che gli italiani hanno vissuto di peggio e che ora, quello di restare a casa, è un sacrificio sopportabile, grazie a tutte le comodità e i servizi dell’era moderna. Non si lamenta delle restrizioni e vorrebbe che tutti le rispettassero, essendo una questione di bene comune e sicurezza. Non percepisce tutto questo come una privazione della libertà personale, ma come un risveglio della coscienza collettiva e un richiamo al dovere di cittadini. Serenamente si occupa delle faccende domestiche, cimentandosi anche nella cucina con quello che ha e che può avere, senza grosse pretese. Le sue giornate, sono scandite da sane abitudini come: fare esercizio fisico e camminare per l’appartamento, leggere, seguire dei corsi di aggiornamento online per il suo lavoro e fare anche consulenze via email, guardare i telegiornali e i film in tv, telefonare ad amici e parenti, e occuparsi delle faccende domestiche. Prima dell’arrivo del Coronavirus, per tenersi in forma, praticava golf e in generale molta attività fisica, faceva lunghe passeggiate, organizzava momenti di ritrovo con amici e conoscenti. Tutto questo portando avanti, principalmente di mattina, il suo studio di commercialista nel centro città. Sono stata molto felice di constatare quanto abbia apprezzato il servizio offerto, in questo periodo, dai volontari e quanto sia fiducioso che le nuove generazioni stiano portando avanti i valori fondamentali per la comunità. La spesa è l’unica esigenza per cui mi ha chiesto supporto, riferendomi che altre richieste per lui in questo momento sono superflue. Purtroppo i momenti di apprensione e preoccupazione ci sono per lui come per tutti ora. Nonostante l’abitudine, non avere nessuno in casa a volte spaventa. L’incertezza del futuro spinge a fare molte riflessioni sulla vita. Risiedere nella zona dell’ospedale all’inizio non è stato facile, sentire in continuazione il suono delle sirene e affacciarsi dalla finestra vedendo solo ambulanze, crea sicuramente apprensione. Purtroppo, a questo, si aggiungono i numerosi programmi tv che descrivono ogni giorno situazioni drammatiche, e il pensiero va a chi è lontano e non si può abbracciare. Ma Vincenzo sa che non può farsi travolgere da queste preoccupazioni e cerca di darsi forza e vivere il presente nel modo più sereno possibile. È consapevole del fatto che non tornerà tutto come prima, almeno per molto tempo. Spera che gradualmente, tutta la popolazione se ne renda conto e si adatti ad un nuovo modo di vivere, perché in fondo lui sa, che l’importante è essere vivi, nonostante tutti i compromessi a cui si è costretti a scendere. Personalmente la sua testimonianza mi ha toccato molto. Troppo spesso, ormai, diamo per scontato tanti aspetti della nostra vita, permettendo ad altri di appesantirci, prevaricando la nostra serenità e voglia di vivere. Il signor Vincenzo mi ha mostrato come in tante occasioni, lamentarsi o cercare di svicolare le regole ci impedisca di goderci le fortune che abbiamo e di cui dobbiamo avere cura. Grazie a questa esperienza di volontariato ho avuto la fortuna di fare incontri speciali che mi hanno portato a riflettere e offerto nuovi punti di vista sulla vita, una ricchezza che porterò con me per sempre.”

Grazie all’impegno di molti giovani volontari possiamo garantire sostegno a chi ha più bisogno. Aiutaci a non lasciare soli gli anziani in difficoltà.

Per sostenere le attività di Cesvi legate all’emergenza Coronavirus è possibile fare una donazione:

– online sul sito di Cesvi: qui.

– attraverso bonifico sul conto corrente Cesvi EMERGENZE:  IT92R0311111299000000000095

– attraverso il numero verde 800 036 036 per donazioni telefoniche con Carta di Credito.

– partecipando alla campagna dedicata su gofundme: qui.

Foto di copertina di Giovanni Diffidenti