Il dramma dei bambini migranti e rifugiati

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Bruxelles, 29 Novembre – L’Unione Europea e i suoi Stati membri devono fare di più per proteggere i bambini migranti e rifugiati: queste le conclusioni della dichiarazione, firmata da 78 organizzazioni, tra le quali Cesvi, che ha aperto il 10° Forum Europeo sui Diritti del Bambino.

La crisi dei migranti e dei rifugiati in Europa entrerà presto nel suo terzo anno: vediamo i bambini giocarne un ruolo sempre più ampio, osserviamo l’impatto sempre più tragico che ha sulle loro vite. Tra gennaio e settembre 2016, più di 664.500 bambini hanno chiesto asilo in Europa; in Italia, nove bambini su dieci tra quelli arrivati quest’anno non erano accompagnati; in Grecia, 23.000 bambini restano nel limbo – il loro futuro appeso a un filo, la loro educazione da tempo in sospeso.

Si stima che solo quest’anno più di 700 bambini siano morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. La scorsa settimana un bambino di sei anni è morto nel corso di un incendio nel campo profughi di Moria, sull’Isola greca di Lesbo.

Ancora troppo poco è stato fatto per rispondere ai particolari bisogni e vulnerabilità dei bambini. In Svezia, ad esempio, i bambini devono spesso aspettare fino a un anno perché le loro richieste d’asilo siano anche solo prese in esame. I bambini abbandonati a se stessi in Grecia non frequentano la scuola da quasi due anni. Molti bambini devono aspettare più di un anno per raggiungere i familiari in altri Stati dell’Unione – un tempo d’attesa pericolosamente lungo che li porta a scappare o a finire nelle mani di trafficanti.

L’Unione Europea e i suoi Stati membri possono fare molto di più per proteggere i bambini e far fronte alla loro condizione di estrema vulnerabilità.

Contestualmente al Forum, le Organizzazioni impegnate per i diritti dei bambini chiedono un’azione strutturata: leadership, investimento pubblico e un sistema di politiche condivise che definisca obiettivi e misuri i progressi, affermando con decisione che la protezione dei bambini non si costruisce da sé.

Le 78 organizzazioni partner identificano sette azioni prioritarie per proteggere i bambini rifugiati e migranti e prepararli al futuro. Queste azioni includono l’urgente adozione di un Piano d’Azione targato Ue per i bambini che affrontano migrazioni, un rafforzamento della loro tutela nella legislazione che regola le richieste d’asilo, un aumento dei fondi per i sistemi di protezione nazionale del bambino e la costruzione di meccanismi per proteggere i bambini oltrefrontiera.

Le agenzie affermano che le azioni a livello europeo sono state fino ad ora sporadiche e insufficienti. Quello di cui abbiamo bisogno ora, dicono, è un’azione congiunta sulle migrazioni infantili che riunisca tutte le autorità responsabili e incoraggi gli Stati a raccogliere e condividere dati in modo più incisivo.

La riforma del sistema europeo di richieste d’asilo, attualmente in discussione al Parlamento Europeo, offre un’opportunità unica per assicurare ai bambini l’accesso a un tutore, a un’educazione e alla riunificazione familiare. Si richiede un intervento Ue anche per porre fine alla detenzione d bambini migranti e rifugiati e per identificare alternative.

Molti di questi bambini cresceranno da futuri cittadini europei. Devono essere considerati in primis come bambini, indipendentemente dal loro status di migranti. Gli Stati devono investire in loro, e metterli nelle condizioni di raggiungere il proprio potenziale esattamente come tutti gli altri membri della comunità.

 

 

Foto di copertina: Alessandro Tosatto