Marta ed Enrico per l’emergenza Covid-19: il volontariato che cambia la vita

L’emergenza Coronavirus non è solo emergenza sanitaria, ma anche sociale. Sono migliaia infatti gli anziani rimasti soli, chiusi nelle proprie case, a rischio isolamento ed emarginazione, bisognosi di beni di prima necessità, sostegno economico e cure.

A supporto di questa categoria di persone vulnerabili è rivolto il progetto attivato da Cesvi, in collaborazione con il Comune di Bergamo e le realtà locali Consorzio Sol.Co Città Aperta e Consorzio R.I.B.E.S, che ha l’obiettivo di portare aiuti concreti a domicilio e conforto agli anziani della città.

Sono migliaia le richieste arrivate in un mese al numero attivato per gli over 65 e centinaia i servizi effettuati dalla rete di circa 500 volontari sul territorio.

A fronte dei molti anziani che si rivolgono al numero attivato per raccogliere le richieste di supporto, sono moltissimi i giovani che hanno scelto di aderire al progetto e prestare il proprio tempo per aiutare i propri concittadini bisognosi, consegnando spese, medicinali e scambiando chiacchiere e sorrisi per sconfiggere la solitudine.

Tra questi Enrico che ci racconta la sua esperienza come volontario e l’amicizia nata con il Signor F., e Marta che si emoziona raccontando il suo toccante incontro con il Signor Silvano.

“Mi chiamo Enrico, ho 26 anni e dopo aver appresso che il tirocinio post-universitario che avrei dovuto iniziare era stato rimandato ho pensato subito di aderire a questo importante progetto per la comunità.

Ammetto che a guidare la mia decisione è stata anche la necessità di sfuggire alla paura, mi sentivo impotente e questo servizio mi ha permesso di sentirmi utile, nel mio piccolo.

 Il servizio che svolgiamo come volontari è molto semplice. Si tratta di effettuare consegne alimentari, farmaci o altri beni essenziali a persone che, per necessità o per timore, si affidano alla rete di volontariato attivata durante l’emergenza Coronavirus. Quanto facciamo come volontari non comporta fatica, nè sacrificio. La speranza, però, è che questi piccoli gesti siano di grande sollievo per chi ne beneficia.

Per quanto mi riguarda da questa esperienza sto ricevendo anche di più rispetto a quanto ho donato, grazie all’incontro con il Signor F.

Ho effettuato la consegna proprio nel condominio a cui è legata la mia infanzia e ho scoperto di essere stato vicino di casa del Signor F. per circa 10 anni. Questo momento, così umanamente difficile, mi ha regalato l’occasione di conoscere una persona che forse molte volte, quando ero bambino, ho incontrato per le scale del nostro condominio. Il Signor F. ha subito riposto grande fiducia in me, cosa di cui lo ringrazio enormemente. Abbiamo creato un rapporto veramente umano, nonostante la distanza fisica che dobbiamo mantenere.

Questa emergenza ha notevolmente trasformato il senso di vicinanza e comunanza tra le persone e allora diviene fondamentale creare una nuova solidarietà, fatta di piccoli gesti, di sguardi lanciati al di sopra di una mascherina. Questa esperienza mi ha anche aiutato a comprendere quanto sia difficile rinunciare ad alcuni aspetti della nostra quotidianità, come dover dire no all’invito per un caffè insieme, ma allo stesso tempo mi ha fatto apprezzare le parole e vivere l’emozione di quando il Signor F. al telefono mi dice di non preoccuparmi a richiamarlo perché “mi fa piacere anche solo sentire la tua voce”.

Quando torneremo ad uscire, ci troveremo sicuramente cambiati. Io e il Signor F. prenderemo finalmente un caffè insieme. Questa nostra amicizia, moltiplicata per tutte quelle che si sono create grazie a questo servizio di solidarietà, potrà arricchire la nostra città. Spero che un giorno potrò cucinare insieme al Signor F. e sua moglie il baccalà alla toscana, una ricetta che mi sono fatto consigliare dopo una consegna alimentare, incuriosito da quei “300/400 grammi di baccalà” che il Signor F. mi ha commissionato in una delle sue ordinate liste.”

“Mi chiamo Marta, ho 20 anni, e studio medicina all’università di Brescia. Questa è la mia prima esperienza di volontariato e forse l’unica cosa positiva di questa emergenza. In Borgo Palazzo, il mio quartiere, mi occupo della distribuzione di mascherine agli over 65. In una settimana circa ho effettuato già una quarantina di consegne. Il mio lavoro, non richiede troppo impegno: ritiro i pacchi di mascherine, confeziono le buste in base al numero di consegne che devo effettuare e, zainetto in spalla, cammino per il quartiere, citofonando a persone di cui spesso non vedo nemmeno il volto, ma sento solo la voce al citofono. Prima di iniziare questa esperienza non mi ero resa conto di cosa volesse dire vivere il Coronavirus: pianificare con anticipo i propri gesti, non toccarsi il volto, mantenere distanze, indossare la mascherina, camminare per le strade deserte della città. Ma, soprattutto, non avevo previsto come il Coronavirus avesse effettivamente fatto presa sulle persone. La maggior parte delle mie consegne termina nel giro di 30 secondi: molti non aprono nemmeno la porta, ma ti invitano a mettere la busta nella buca delle lettere e ti ringraziano. Poi, però, c’è anche chi ti vorrebbe abbracciare, ma sa di non potere; chi ti rincorre per le scale del condomino con i cioccolatini, perchè è tutto ciò che può offrirti; chi non ti apre la porta, ma si affaccia dalla finestra e ti urla grazie; chi ti chiama “angelo” con le lacrime agli occhi. Ma il lato più toccante di questa esperienza è fermarsi a parlare con chi ha perso qualcuno per il Coronavirus. Come il signor Silvano che ha perduto sua moglie in pochi giorni un mese e mezzo fa, dopo 60 anni di matrimonio. Ora è rimasto da solo, in una casa vuota e silenziosa. Mi rassicura però dicendo che i suoi figli gli fanno avere tutto ciò di cui ha bisogno. Nel raccontarmi la sua storia al Signor Silvano brillano gli occhi, un po’ per le lacrime e un po’ per la gioia nel vedere davanti a lui una ragazzina sconosciuta che ascolta e condivide, come può, con lui il suo dolore.”

Grazie all’impegno di molti giovani volontari possiamo garantire sostegno a chi ha più bisogno. Aiutaci a non lasciare soli gli anziani in difficoltà.

Per sostenere le attività di Cesvi legate all’emergenza Coronavirus è possibile fare una donazione:

– online sul sito di Cesvi: qui.

– attraverso bonifico sul conto corrente Cesvi EMERGENZE:  IT92R0311111299000000000095

– attraverso il numero verde 800 036 036 per donazioni telefoniche con Carta di Credito.

– partecipando alla campagna dedicata su gofundme: qui.

Foto di copertina di Giovanni Diffidenti