Siccità in Somalia: ONG chiedono azioni immediate

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Più del 38% della popolazione della Somalia versa in uno stato di profonda insicurezza alimentare a causa della prolungata siccità che sta colpendo il Paese. Le scarse piogge tra aprile e giugno e tra ottobre e dicembre hanno determinato l’attuale condizione di siccità che coinvolge gran parte del territorio somalo, con il conseguente peggioramento della sicurezza alimentare. L’andamento metereologico è estremamente irregolare e intacca i pur considerevoli sforzi per ridurre la vulnerabilità della popolazione, messa in difficoltà dai danni e dalle limitazioni che l’inaridimento provoca a pastorizia, accesso all’acqua, allevamento e agricoltura.

Secondo l’Unità di Analisi della Sicurezza Alimentare e Nutrizionale della FAO (FSNAU) e il Network di Allarme Precoce per la Carestia (FEWSNET), più di 1,1 milione di persone non riesce a soddisfare i propri bisogni alimentari quotidiani, mentre 3,9 milioni di somali hanno bisogno di supporto di sussistenza per non cadere in una ancor più drammatica situazione di crisi.

Per queste ragioni il Consorzio di Ong della Somalia ha lanciato un appello a tutti gli attori coinvolti affinché agiscano e rispondano alle richieste di aiuto delle realtà umanitarie che operano sul territorio, in modo da rispondere con prontezza ai bisogni della popolazione, da troppo tempo vittima della fame e degli effetti dei cambiamenti climatici. Il documento, firmato da Cesvi insieme ad altre 39 Ong, suggerisce inoltre linee d’azione a donatori, Ong, e strutture di coordinamentio umanitario, perché solo un approccio condiviso potrà aiutare a superare l’emergenza.

Cesvi lavora in Somalia sin dal 2006 con progetti in ambito di Salute, Sicurezza alimentare e Nutrizione, Crescita sostenibile e Protezione. Buona parte di essi comprende aspetti legati alla riduzione della vulnerabilità a siccità e altri shock: la popolazione viene assistita nell’identificare e attuare strategie di resilienza, come la gestione dei rischi e l’applicazione di tecniche di agricoltura resistente alla siccità. L’obiettivo è rendere la comunità capace di rispondere agli shock grazie ad abilità e strumenti consolidati, ma la strada da percorrere è ancora lunga, e le continue emergenze climatiche non agevoleranno l’indipendenza dagli aiuti.

In questo momento di estrema crisi ci è data l’opportunità di mettere in atto la lezione appresa durante la grande carestia del 2011 nel rispetto delle nostre responsabilità. Prima agiamo, pìù sarà possibile evitare perdite umane e sfollamenti massivi, preservando gli sforzi per rafforzare resilienza e sviluppo raggiunti fin ad ora. Vogliamo agire ora, o pentircene più avanti?” dichiara Gianmaria Pinto, Chief of Party del Building Resilience Communities in Somalia (BRCiS Consortium).

 

Clicca qui per scaricare l’invito all’azione (in inglese).

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Foto di copertina: Fulvio Zubiani