Ucraina: nel cuore del Paese per fronteggiare l’emergenza e cominciare a ricostruire

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La guerra in Ucraina continua a mietere vittime e portare devastazione. Dallo scoppio del conflitto quasi 13 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, e la situazione rimane fortemente drammatica per chi è rimasto nel Paese, dove gli sfollati sono più di 7.7 milioni.  Allo stesso tempo, 13 milioni di persone si trovano bloccate nelle regioni orientali del Paese dove i combattimenti sono sempre più intensi e violenti. Nelle città ormai fortemente danneggiate o rase al suolo, non hanno più accesso a cibo, acqua, medicine e prodotti igienici di base.

Fondazione Cesvi, che da subito si è attivata per portare aiuto e soccorso al popolo ucraino, è sul campo per visitare alcune delle aree maggiormente colpite e teatro dei più recenti massacri. Proprio in queste ore il Direttore Generale Piersilvio Fagiano è in visita nell’Oblast di Kyiv per incontrare i rappresentanti locali e discutere nuove azioni volte alla ricostruzione del Paese.

In questo preoccupante quadro Cesvi continua i suoi interventi dentro il Paese, anche in collaborazione con i partner europei di Alliance2015, e ai confini.

In Ucraina

È stato creato un ponte ferroviario fra Praga e la città polacca Przemyśl per portare aiuti umanitari a Leopoli per poi raggiungere Kyiv e altre città nel Sud e nell’Est del Paese. Di notte, i treni hanno portato finora verso l’Europa oltre 2.000 persone in fuga dalla guerra.

Sono stati organizzati convogli di aiuti umanitari su gomma per essere distribuiti alla popolazione ucraina e ad oggi sono stati consegnati oltre 5.300 pallet via treno e 64 camion per un totale di circa 2.000 tonnellate di aiuti umanitari. Gli aiuti consistono in cibo in scatola, acqua, medicine, kit igienici, prodotti e alimenti per bambini, materassi, sacchi a pelo, generatori di corrente e powerbank per cellulari.

Sono stati consegnati a decine di centri collettivi di accoglienza nell’oblast di Leopoli più di 700 materassi, lenzuola, coperte, cuscini e asciugamani, oltre a 100 kit per la cucina e bollitori.

Ora il nostro intervento si concentra sul sostegno economico agli sfollati e alle famiglie che li ospitano, con particolare attenzione alle famiglie più vulnerabili. Nei Centri collettivi forniamo inoltre informazioni, assistenza legale, pasti caldi e supporto psicosociale.

Ai confini sin dai primi giorni sono state costruite tende riscaldate, attrezzate con materassi e sacchi a pelo per permettere alle donne, ai bambini e agli anziani in viaggio da giorni e stremati di poter recuperare le forze; sono stati realizzati servizi igienici di base e distribuiti prodotti per l’igiene personale e specifici per i bambini.

Sono inoltre in fase di creazione strutture di accoglienza e supporto agli sfollati interni e alla popolazione di Vinnytsia, Kropyvnyts’kyi, Chernivs’k e Ternopil’, oltre che alle persone vulnerabili nelle aree di conflitto di Dnipro e Zaporizhzhia, che non sono riuscite a scappare.

In Romania

Ogni giorno circa 2.000 persone in fuga dalla guerra arrivano in Romania attraverso la frontiera di Sighet, nel nord del Paese, la cui maggioranza sono mamme e bambini che decidono di rimanere in città, o per mancanza di risorse o per rimanere vicino al proprio Paese nella speranza di ricongiungersi presto con i propri cari.

Insieme a Sos Bambini Romania, nel centro Piccolo Principe li proteggiamo offrendo servizi informativi, un’area giochi per i bambini e un’area dedicata alle madri e ai bambini/neonati, attività ricreative, sportive e psicosociali.

Nelle città di Tulcea, Isaccea e Galati, Cesvi ha avviato il progetto «Fermate del Sorriso» che assiste circa 12.500 persone, soprattutto bambini. Il progetto si concentra su 6 «fermate», dove i rifugiati transitano una volta entrati nel Paese, dove verranno organizzate attività di prima accoglienza, spettacoli e laboratori di arte-terapia per i più piccoli; verranno serviti pasti caldi e bevande; forniti servizi ludico-ricreativi, di educazione e di supporto psicologico.

In Ungheria

A Záhony è il principale punto di ingresso in Ungheria, a soli 2 km dal confine continua il lavoro nel nostro Entry Hub Point, una tensostruttura di 200 mq provvista di riscaldamento, stazioni per la ricarica dei telefoni, servizio di orientamento sul proprio status e i propri diritti, una cucina in grado di fornire fino a 10.000 pasti caldi al giorno, servizi per l’accoglienza notturna.

L’hub ha una capacità di accoglienza di 10.000 persone al giorno ed è in fase id costruzione uno spazio adibito a scuola dell’infanzia e scuola primaria per un bacino medio giornaliero di 100 bambini.

In Polonia

In Polonia è stato avvisto un progetto di accoglienza per 100 mamme e bambini in fuga dalla guerra che saranno accolte presso una struttura alberghiera del centro di Lublino, terza città del Paese. Riceveranno vitto, alloggio, trasporti e servizi di orientamento per aiutarli a ripianificare la propria vita.

Continua a sostenere Cesvi in questa emergenza. Contribuisci anche tu: fai una donazione per la crisi in Ucraina e sostieni i rifugiati.

Foto di Roger Lo Guarro