Ci vuole una comunità per crescere dei figli: storia di riscatto dalla Casa del Sorriso di Napoli

Nelle Case del Sorriso nel mondo e in Italia ogni giorno i nostri operatori aiutano minori e mamme in situazioni di difficoltà e hanno storie piene di speranza da raccontare. Come la storia di Lucia.

Mamma di quattro bambini e ragazze, Lucia vive in una piccola stradina di un quartiere di periferia di Napoli dove non ci sono luoghi di aggregazione per minori ed adolescenti e dove si trovano solo negozi per generi alimentari. Lucia, si è avvicinata al programma Case del Sorriso nel quartiere di San Pietro a Patierno con voglia di riscatto per sé e per la sua famiglia. A distanza di mesi dal primo incontro, dice all’educatrice Simona: “mi avete insegnato che insieme si possono raggiungere grandi traguardi, oggi sono una donna nuova, diversa”.

Un marito in carcere e quattro figli da accudire in un piccolo appartamento al quarto piano di un palazzo senza ascensore, nessuno stipendio fisso su cui contare. Il quadro iniziale è preoccupante, ma Lucia non si è mai scoraggiata e ha sempre cercato di non far mancare nulla ai suoi figli. Grazie al programma Case del Sorriso, dopo alcuni colloqui individuali di ascolto e supporto, si è attivata attorno a lei una rete tra scuola, servizio sociale e famiglia che ha permesso di supportarla nell’orientamento al lavoro e nel sostegno educativo per i figli. Lucia è poi stata inserita nel gruppo mamme, dove poter condividere momenti diversi dal quotidiano e sentirsi meno sola.

È proprio questo che le operatrici e gli operatori del programma Case del Sorriso costruiscono insieme alle persone che incontrano in momenti di fragilità: una rete di sostegno, una vera e propria comunità. “Amo il mio lavoro. Poter dar voce ai silenzi che fanno stare male, far sì che gli invisibili diventino visibili, permettere al prossimo di non credere che la vita sia solo il momento di difficoltà che in quel momento sta vivendo, ma fornirgli strumenti adeguati per poter andare oltre e guardare sotto altri punti di vista un determinato momento”, racconta l’educatrice Simona.

A piccoli passi, arriva quindi il momento di presentazione dei figli alla Casa del Sorriso: Sara di 17 anni, Paola di 15, Carlo di 13 e Fabio di 10. Con loro inizia un lavoro educativo: i bambini e le ragazze entrano a far parte di un gruppo di pari e in un percorso di potenziamento scolastico.

All’inizio non è stato semplice: le due ragazze più grandi non avevano voglia di studiare e la scuola era diventata un incubo per loro. Grazie al supporto degli educatori e della scuola, Paola ha però conseguito la licenza media con un eccellente esame. Si è poi iscritta all’istituto alberghiero e ora sta conseguendo l’HACCP per operatori del settore alimentare. Da grande vuole diventare una chef o un operatore di sala, le piace molto cucinare, preparare i tavoli e servire le pietanze che cucina. Sara invece sogna di fare la fotografa, di visitare posti sconosciuti e viaggiare per poter conoscere l’essenza delle cose.

“Grazie al programma Case del Sorriso sono riuscita a far capire ai miei figli l’importanza della scuola ed oggi la mia primogenita frequenta il quarto anno di istituto superiore”. Anche i due figli più piccoli, Carlo e Fabio, ora in seconda media e quinta elementare, riescono ad affrontare lo studio con molta più serenità.

Come ci racconta l’educatrice Simona, “il vero motore di cambiamento è provvedere all’istruzione dei ragazzi. Solo la cultura può renderli liberi! È fondamentale riuscire ad appassionarli al “bello” e fargli capire che è necessario per il loro futuro non fermarsi alla scuola elementare. Per molti ragazzi la scuola diventa uno scoglio molto duro ed alto da scavalcare. A 15/16 anni, spesso non hanno delle competenze di base e sono ancora fermi in prima media”.

Ci vuole una comunità per crescere dei figli.