Emergenza Ucraina: 400.000 bambini hanno lasciato le loro case

© Photo credits: People in Need

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A poco più di una settimana dallo scoppio della guerra in Ucraina, la situazione non accenna a migliorare. Secondo le Nazioni Unite, si tratta ormai di una vera e propria catastrofe umanitaria.

In questi giorni, l’Europa sta assistendo al più veloce e drammatico esodo dell’ultimo secolo, con oltre 1 milione di persone che hanno lasciato il Paese. 400.000 di loro sono bambini che spaventati e spaesati sono stati costretti a scappare dalle proprie case, spesso con indumenti non adatti e ad attraversare il Paese con il rumore assordante delle bombe e con temperature che di notte scendono sotto lo zero.

Siamo sull’orlo di una catastrofe umanitaria

Mentre il mondo ha gli occhi puntati sui rifugiati che hanno trovato la salvezza oltre i confini, all’interno del Paese la crisi umanitaria è sempre più drammatica. Con l’intensificarsi degli scontri, le principali città dell’Ucraina hanno subito gravi danni alle infrastrutture cruciali per la sopravvivenza della popolazione e l’accesso ai servizi fondamentali è sempre più limitato. Cibo e acqua scarseggiano, lo stesso accade per medicinali e prodotti per l’igiene. Le banche stanno esaurendo il denaro e coloro che sono rimasti nelle città spesso rimangono senza un soldo per comprare anche solo un po’ di pane.

Soprattutto nella parte orientale del Paese, gli ingenti danni ai sistemi idrici stanno tagliando fuori centinaia di migliaia di persone dall’accesso all’acqua, con gravi conseguenze anche per il funzionamento dei sistemi di riscaldamento delle case. Migliaia di persone si ritrovano quindi attanagliate dal freddo.

È sempre più complesso lasciare il Paese

Con il passare dei giorni diventa sempre più complesso abbandonare le città. Secondo alcune stime delle Nazioni Unite, potremmo essere di fronte a oltre 6 milioni di sfollati all’interno del Paese. La benzina sta finendo, i treni sono sempre meno e sempre più affollati. Chi cerca salvezza ad ovest, si trova di fronte a strade e ponti praticamente inagibili perché danneggiati dai combattimenti.

Tutto questo rende il viaggio una speranza che si sta assottigliando sempre di più.

Acqua, pasti caldi e sostegno psicologico

Con l’aggravarsi della crisi nell’Est del Paese, Fondazione Cesvi insieme a People in Need – partner di Alliance2015 – ha avviato la consegna di acqua potabile alle persone sfollate. Ai confini con la Polonia, la Romania e la Slovacchia continua la costruzione di tende riscaldate, servizi igienici e la distribuzione di pasti caldi alle donne, ai bambini e agli anziani che si apprestano a passare ore e giorni in coda per attraversare la frontiera.

Al fianco della distribuzione idrica e alimentare, diventa però sempre più importante il lavoro di sostegno psicologico ai rifugiati e agli sfollati che hanno perso tutto. Dal campo, i colleghi ci riferiscono che “Le persone che hanno dovuto lasciare le proprie case e fuggire dai combattimenti sono spesso scosse e spaesate. Non hanno bisogno solamente di aiuti materiali”.

Aiuti a Leopoli

Nel frattempo, a Leopoli sono stati consegnati con PIN cinque camion carichi di aiuti umanitari. Cibo, acqua, kit igienici, pannolini, sacchi a pelo e materassi sono stati distribuiti dagli operatori nella città. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni altri convogli di aiuti raggiungeranno la città e da qui partiranno per le altre regioni del Paese.

La popolazione ucraina ha sempre più bisogno del tuo aiuto. Contribuisci anche tu, fai una donazione per la crisi in Ucraina.

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