Emergenza Ucraina: continua l’esodo verso l’Europa

Mentre i combattimenti si spostano sempre più verso ovest – con le sirene che risuonano anche a Leopoli – la catastrofe umanitaria in Ucraina spinge il Paese sempre più verso il baratro. La conta delle vittime civili non accenna a fermarsi: secondo le Nazioni Unite, almeno 1.663 persone sono state colpite, fra cui 596 morti.

L’Ucraina orientale continua ad essere il teatro di guerra più preoccupante. A causa dei bombardamenti quasi un milione di persone è rimasto senza elettricità e sono 264.000 coloro che non hanno accesso al gas. Centinaia di migliaia di ucraini sono rimasti al freddo, senza cibo, acqua e medicine. Senza una tregua e corridoi umanitari sicuri, le persone che vivono nelle città assediate rischiano di morire di fame, disidratate o di cadere vittima del fuoco incrociato.

I missili non risparmiano nemmeno chi cerca la salvezza. Nei giorni scorsi, infatti, gli attacchi aerei hanno colpito duramente un monastero a Svjatohirs’k – che ospitava più di 500 sfollati, 200 dei quali bambini – e un treno che trasportava centinaia di sfollati verso Leopoli.

Sempre più bambini e donne nella morsa della fame

Nel frattempo, la morsa della fame si stringe attorno ai più vulnerabili. Secondo le Nazioni Unite, sono i bambini a pagare il prezzo più caro. Senza cibo e con gli approvvigionamenti alimentari che non riescono a raggiungere le città, sono 1,8 milioni i bambini sotto ai 5 anni che sono in pericolo di vita e che hanno bisogno urgente di assistenza alimentare. Fra loro, più di 300.000 sono neonati fra 0 e 6 mesi.

Anche le 215.000 donne incinte o in fase di allattamento sono a rischio. Senza un sostegno alimentare urgente, rischiano complicazioni per loro stesse e per i piccoli che portano in grembo e la fame rischia di compromettere la produzione del latte materno, che in questo momento è fondamentale per salvaguardare la salute dei propri figli appena nati.

Continua l’esodo verso l’Europa

Con il proseguimento delle ostilità, l’esodo dei rifugiati cresce giorno dopo giorno. Secondo UNHCR, i profughi che hanno trovato rifugio fuori dall’Ucraina sono più di 2,7 milioni – di cui la metà sono bambini.

Alle frontiere la situazione continua ad essere drammatica. Decine di migliaia di donne, bambini e anziani attraversano i confini ogni giorno, spesso in villaggi e piccoli paesi in cui mancano i servizi per sostenere un così alto numero di persone in stato di necessità.

Donne e bambini sono stremati dal viaggio, accompagnato dalle bombe e dal gelo che non dà mai tregua, dai morsi della fame e dalla sete. Sono spaesati e confusi, disperati per aver perso tutto in così poco tempo e preoccupati per i propri cari rimasti in Ucraina.

Il lavoro di Cesvi per sostenere i profughi in fuga continua incessantemente in Ungheria e in Romania, per portare un supporto concreto a chi in questo momento ha più bisogno di aiuto.

Continuate a starci vicino, donate per la crisi in Ucraina.

© Photo credits: Kieran McConville / Concern Worlwide