Giornata mondiale contro il lavoro minorile

 

Nella Giornata mondiale di lotta allo sfruttamento del lavoro minorile, Cesvi vuole ricordare che ci sono, ancora oggi, 215 milioni di bambini sfruttati in tutto il mondo.

Nella sola Lima, capitale del Perù, oltre 2.5 milioni di bambini e ragazzi si guadagnano da vivere come venditori ambulanti, spazzini, facchini, domestici, tagliapietre o lustrascarpe. 

La storia della scuola di San José Obrero, situata nei barrios di Lima, dimostra che cambiare questa drammatica realtà è possibile, come racconta l’attore Alessio Boni che l’ha visitata nel mese di maggio. 

A Nueva Esperanza, uno dei quartieri più poveri a sud della città di Lima, le case sono baracche di legno e mattoni, con il tetto ondulato, senza bagni e acqua potabile. Vicoli di sabbia e sassi si inerpicano sulle colline, non un filo d’erba o albero nelle vicinanze.

Vivere a Nueva Esperanza non è facile, sia socialmente che economicamente, e molti bambini sono costretti, fin da piccoli, a contribuire all’economia familiare. Non solo, oltre a lavorare molte ore al giorno, e anche la notte, sono spesso vittime di abusi e di violenza. Non è quindi difficile comprendere le ragioni per le quali i bambini non frequentano la scuola. Se lo fanno, spesso sono gli stessi insegnanti a rifiutarli perché arrivano in ritardo o dormono sui banchi.

Così inizia la storia di Edwin Medina e della sua scuola San Josè Obrero. Sin da piccolo, Edwin è un bimbo che vuole cambiare le cose e crescendo decide di dedicare la sua vita all’istruzione e all’educazione dei bambini che, nati nel suo stesso quartiere, vivono in una situazione di grave disagio.

Spinto dal desiderio di aiutare i bambini nell’apprendimento e di creare un nuovo metodo pedagogico, nel 2004 Edwin Medina crea un’associazione con la finalità di realizzare un doposcuola e altre attività ludico-ricreative. Passo dopo passo, con l’aiuto della comunità, costruisce una piccola scuola, che nel 2007 viene riconosciuta dal Ministero dell’Educazione come scuola pubblica materna ed elementare.  

Medina conosce i bambini uno ad uno e riesce ad entrare subito in sintonia con loro, diventando un punto di riferimento. La scuola propone un percorso pedagogico che li aiuta a ritrovare la concentrazione e li rende consapevoli di se stessi, permettendo loro di riacquistare la fiducia e autostima. Ci sono laboratori creativi, di cucina, pasticceria e di riciclaggio. I prodotti realizzati con queste attività vengono poi venduti in un piccolo chioschetto all’interno della scuola, gestito a turno dai bambini e dalle loro famiglie.

“Quando arrivi alla scuola San Josè Obrero hai la sensazione di entrare in un’oasi di pace e tranquillità in mezzo all’inferno di Nueva Esperanza. Edwin è una persona eccezionale, con un carisma fuori dal comune e un’energia contagiosa. Capisci subito che è un leader e, guardando la serenità e la gioia che i bambini trasmettono, ti rendi conto di come un uomo solo possa cambiare le cose” racconta l’attore Alessio Boni che, insieme a Cesvi, nel mese di maggio ha visitato la Scuola San Josè Obrero.

Il Cesvi, con la Casa del Sorriso di Lima, ha sostenuto le attività della scuola sin dalla sua nascita, fornendo anche un servizio diretto di supporto psicologico per gli alunni che vivono le situazioni più difficili.

Oggi la scuola di San Josè Obrero offre un’istruzione di qualità a più di 400 bambini – tra i 4 e i 10 anni – molti dei quali lavoratori, coinvolgendo 150 famiglie, insegnanti e molti volontari. In ogni aula si affrontano, oltre alle materie scolastiche, tematiche legate all’imprenditoria, al microcredito, alla responsabilità degli alunni nella gestione della scuola e alla partecipazione alla vita della comunità di appartenenza.

Tutte le aule hanno un piccolo orto di cui i bambini sono responsabili. Ogni classe ottiene, all’inizio dell’anno scolastico, un piccolo credito con il quale avviare l’orto e comprare le materie prime per produrre biscotti e oggetti di bigiotteria, che vengono poi venduti. Il credito ricevuto viene restituito a fine anno e i profitti vengono divisi tra i bambini della classe. Per queste ragioni la San Josè Obrero è definita con orgoglio una scuola produttiva, in cui il lavoro viene “canalizzato” affinché diventi un’esperienza di crescita e di maturazione anziché un modo per limitare e sfruttare i bambini.

Dai un contributo concreto alla lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile in Perù: sostieni la Casa del Sorriso del Cesvi!