Giornata mondiale dell’acqua: la crisi idrica minaccia la sopravvivenza

La minaccia della scarsità d’acqua si è trasformata in una crisi globale senza precedenti. Con oltre 2,2 miliardi di persone prive di accesso all’acqua potabile sicura e più di 3,5 miliardi che vivono senza servizi igienico-sanitari adeguati, il mondo affronta una sfida per la sopravvivenza e la stabilità delle comunità.

L’impatto del cambiamento climatico ha amplificato il problema, con siccità e inondazioni che diventano sempre più frequenti e devastanti. Questi eventi estremi minacciano l’agricoltura e la sicurezza alimentare, creando tensioni sociali e destabilizzando intere regioni del pianeta. Oltre 3 miliardi di persone vivono in zone ad alta vulnerabilità idrica, e quasi 2 miliardi sono esposti al pericolo delle inondazioni, un rischio che minaccia direttamente la loro esistenza.

Dal 2002 al 2022, il mondo ha assistito a inondazioni che hanno colpito più di 1,6 miliardi di persone, mietendo 110.000 vittime. Parallelamente, la siccità ha colpito oltre 1,4 miliardi di persone, provocando oltre 21.000 morti. L’incessante riscaldamento globale promette di intensificare questi scenari, aumentando la frequenza e la gravità delle siccità e delle inondazioni, e alimentando il rischio di malattie legate all’acqua.

La crisi idrica si rivela anche un fattore chiave nella migrazione, spingendo le persone a lasciare le loro case in cerca di migliori condizioni di vita. Tra il 1970 e il 2000, la mancanza di accesso all’acqua è stata collegata a un aumento del 10% della migrazione globale. Questi spostamenti aggravano la pressione sui sistemi idrici dei luoghi di insediamento, generando tensioni sociali. Un’indagine in Somalia ha rivelato un drammatico aumento del 200% nella violenza di genere contro gruppi di sfollati, sottolineando la gravità della situazione.

In questo contesto estremamente critico, CESVI è impegnata in diverse aree del mondo in situazioni di emergenza per garantire accesso all’acqua potabile, ai servizi igienico sanitari e cure nutrizionali; inoltre, opera per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, sostenendo la formazione e la preparazione delle comunità colpite e la loro capacità di affrontare e reagire ad eventi estremi.

In Pakistan, dove le piogge torrenziali hanno provocato esondazioni catastrofiche, siamo intervenuti tempestivamente, con il supporto dell’Unione Europea, fornendo assistenza vitale a oltre 220.000 persone. Garantendo accesso all’acqua potabile, servizi igienici di emergenza e promuovendo l’igiene attraverso campagne di sensibilizzazione.

Nel Corno d’Africa – area fortemente colpita dalla siccità prolungata, che negli ultimi anni ha causato la morte di milioni di capi di bestiame e ha messo a rischio la vita di oltre 23,5 milioni di persone – da quasi 20 anni CESVI, in particolare in Somalia, fornisce assistenza medica, nutrizionale e igienica a mamme e bambini attraverso tre centri sanitari specializzati a Mogadiscio. L’impatto della siccità nei bambini, infatti, è deleterio: in Etiopia e Somalia sono complessivamente 5,7 i milioni di bambini che soffrono di malnutrizione acuta, di cui 1,5 milioni sono affetti da malnutrizione acuta grave (Oms 2023).

Oggi CESVI è presente anche in Etiopia, che sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, ed è impegnata nei settori di acqua e salute, nutrizione, protezione e sicurezza alimentare. In particolare contribuisce a contrastare la siccità rafforzando la resilienza della popolazione nel rispondere agli shock di tipo naturale e migratorio interno delle popolazioni sfollate e ospitanti della Zona del Borena nello stato regionale dell’Oromia.

Nei contesti di guerra, come sta accadendo nella Striscia di Gaza, l’accesso all’acqua è un problema enorme. A Gaza almeno l’81% della popolazione sfollata non ha accesso all’acqua potabile. Anche prima dello scoppio della guerra, circa il 97% dell’acqua sotterranea dell’area era considerata non adatta al consumo umano. Con la distruzione dei sistemi idrici e igienico-sanitari a causa dei bombardamenti, le persone hanno a disposizione in media 1,5 litri d’acqua al giorno – al di sotto della soglia di 3 litri considerata il limite per la sopravvivenza umana. La popolazione è quindi costretta a bere ciò che trova, compresa l’acqua di mare. Una condizione drammatica che aggrava la situazione di insicurezza alimentare estrema in cui versa l’intera popolazione di Gaza, ad un passo dalla carestia.

La crisi idrica è un’emergenza globale. Aiutaci a garantire un accesso equo e sicuro all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, unito a cure e nutrizione adeguata alle persone più vulnerabili che vivono in contesti di emergenza. Sostieni il nostro fondo emergenze.