Libia: aiuti concreti alla popolazione

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La popolazione in Libia continua a soffrire le drammatiche conseguenze del conflitto in corso, dell’instabilità politica, del progressivo deteriorarsi dell’economia e dei servizi sociali. Centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese non hanno accesso a cibo sano, acqua pulita, medicinali e cure mediche di base; tra questi, a bambini e ragazzi è negato il diritto fondamentale a ricevere un’istruzione.

Tra i più vulnerabili si contano sfollati, rifugiati, richiedenti asilo, migranti di ritorno e migranti in uscita. È il cupo scenario tracciato dall’ultimo bollettino sulla Libia di OCHA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari che periodicamente aggiorna sullo stato in cui versano le popolazioni affette da guerre e catastrofi umanitarie.

Il Bollettino delinea anche una precisa linea d’azione per il Piano di Risposta Umanitaria 2017, focalizzato su interventi salva-vita per quanti si trovano in situazioni di estrema vulnerabilità e bisogno.

Tra le risposte alla situazione di crisi, il documento segnala due interventi di Cesvi, presente e attivo sul territorio libico dal 2011, quando, all’indomani della Primavera araba, è stata la prima Ong a portare la propria esperienza a supporto della popolazione travolta dalla guerra civile.

A Bani Walid, in Tripolitania, Cesvi ha allestito in collaborazione con Assabeel Foundation e Unicef uno spazio ricreativo e di svago per bambini sfollati. I giochi, lo sport, la lettura e il disegno aiutano i bambini a ritrovare momenti di serena normalità insieme ai coetanei, sotto la supervisione di personale in grado di fornire supporto psicosociale ai piccoli e alle loro famiglie.

A Bengasi Cesvi ha invece effettuato, tra il 28 settembre e il 3 novembre scorsi, la distribuzione di lampade solari e attrezzatura per la cucina a 296 famiglie di richiedenti asilo e rifugiati. Le famiglie potranno così affrontare i frequenti blackout e provvedere in autonomia ai propri pasti.

Per saperne di più, qui è possibile scaricare il Bollettino integrale (in inglese).

 

Foto di copertima: Giovanni Diffidenti