Scontri in Zimbabwe: la nostra voce dal campo

bambini africani, storie di strada Foto di Roger Lo Guarro.

“Abbiamo dovuto chiudere la Casa del Sorriso di Harare per tutta la settimana. Sono estremamente addolorato per i ragazzi di strada che in questi giorni non potranno mangiare un pasto caldo e accedere ai nostri servizi, ma è troppo pericoloso lasciarla aperta, visto che si trova in una zona centrale, vicino al possibile epicentro di nuovi scontri”. A parlare è Loris Palentini, Capo Missione di Cesvi in Zimbabwe, il Paese africano recentemente teatro di scontri violenti tra l’esercito e i civili che protestano per il rincaro del prezzo del carburante annunciato sabato 12 gennaio dal Presidente Emmerson Mnangagwa.

Dodici persone sono morte sotto il fuoco aperto dai soldati sulla folla esasperata dalla dura crisi socioeconomica in cui il Paese versa ormai da anni. “Nessuno si aspettava il drammatico epilogo dello sciopero indetto la scorsa settimana. Nella capitale Harare si è registrato il più alto numero di morti, mentre la maggior parte dei danni strutturali si sono verificati a Bulawayo, la seconda città del Paese; i negozi sono stati presi d’assalto, le strade sono state bloccate da ruote date alle fiamme, le attività commerciali sono state chiuse” – continua Palentini.

“Dopo la prima emergenza, nel fine settimana le cose si sono calmate, ma tutti hanno la sensazione che sia solo la calma prima della tempesta. È stato indetto un nuovo sciopero di tre giorni previsto per mercoledì, che potrebbe essere aggravato da un altro sciopero dei dipendenti pubblici, che non hanno trovato un accordo con il governo per adeguare i propri stipendi alla pesantissima inflazione economica”.

Oltre alla Casa del Sorriso, Cesvi implementa progetti di sviluppo agricolo in due distretti nel sud del Paese per aiutare le comunità ad aumentare il rendimento produttivo ed economico delle coltivazioni. “Nelle zone rurali in cui lavoriamo la situazione è più tranquilla; al massimo, sono le città vicine come Beitbridge ad essere state interessate da disordini: sassaiole, minacce a chi si rifiuta di aderire allo sciopero, strade bloccate. Più ci si allontana dai maggiori centri abitati, più le cose sono sotto controllo” – specifica il Capo Missione.

Il personale di Cesvi sta prendendo tutte le misure necessarie a uscire indenne dai disordini. “Oggi ho incontrato lo staff, o almeno quello in grado di raggiungere la capitale, per organizzare le attività e rivedere i piani di sicurezza in caso di pericolo. Per ora l’ufficio è aperto, ma seguiamo attentamente gli sviluppi per poter reagire nel modo più tempestivo e adeguato possibile. Nelle prossime 72 ore potrebbe definirsi il futuro dello Zimbabwe” – conclude Palentini.

 

Foto di copertina: Roger Lo Guarro