Brasile: musica per un futuro diverso

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Quando gli spari tra polizia e trafficanti di droga si interrompono, a Manguinhos, una favela di Rio de Janeiro, è possibile sentire una musica allegra che si diffonde da un edificio colorato: è la Casa del Sorriso di Cesvi, frequentata da 500 bambini e adulti che partecipano a corsi d’arte, cultura e musica che sono spesso l’unica alternativa alla violenza che pervade la baraccopoli. 

Samuel Calebe ha 8 anni e un’energia travolgente. È cresciuto con la madre Edinete, che oggi ha 40 anni, nella baraccopoli di Jacarezinho, vicino a Manguinhos. Edinete ha un altro figlio che le dà grosse preoccupazioni: il ragazzo ha 21 anni ed è disoccupato da molto tempo; sua madre teme che il ragazzo possa cadere nelle tentacolari maglie della criminalità di Manguinhos e trascinare con sé anche il piccolo Samuel.

I ragazzi non hanno un padre: tutta la responsabilità genitoriale ricade sulle spalle di Edinete che, nonostante le difficoltà, fa di tutto per garantire ai figli la possibilità di seguire i propri talenti. Alla Casa del Sorriso ha iscritto il figlio più piccolo: in questo modo può stare tranquilla perché sa di lasciarlo in un posto sicuro, dove operatori competenti lo proteggono e lo avviano sulla strada dell’arte e della musica.

Samuel suona diversi strumenti, ma i suoi preferiti sono il tamburo e il tamburello. In prima fila ad ogni sua esibizione, ci sono sempre la madre e il fratello. “Nella favela ci sono poche alternative alla criminalità; sentimenti di tristezza, paura, insicurezza e indignazione si impossessano del cuore dei residenti e non lasciano spazio alla speranza e alla capacità di immaginare una vita migliore” – racconta la donna, che ripone molte speranze nelle offerte culturali proposte dalla Casa del Sorriso. “La musica ha riempito uno spazio vuoto nella vita e nella mente di mio figlio aumentando la sua capacità di concentrazione. Oggi è più sicuro di sé e felice. La prova sta anche nel suo percorso scolastico, tanto è vero che i suoi voti sono migliorati nettamente”.

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