Cambiamenti climatici in Zimbabwe: una sfida da vincere

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di Loris Palentini

Quando Cesvi, all’inizio della sua avventura Zimbabwana oltre vent’anni fa, ha iniziato ad affrontare la spinosa questione della gestione sostenibile ed egualitaria delle risorse, ancora non si parlava di cambiamenti climatici, almeno non quanto oggi.

Era il lontano 1999 quando Cesvi avviò nel paese i primi programmi di gestione sostenibile delle risorse naturali. Ci occupavamo dei grandi parchi e della tutela di specie in via d’estinzione, primi fra tutti i rinoceronti bianchi e neri, di cui il paese un tempo era ricco e che sono stati decimati dal bracconaggio negli anni 80 e 90. Lavoravamo per la promozione di aree di conservazione transfrontaliere che nel tempo si sono costituite in quella che oggi viene chiamata Trans Frontier Conservation Area, o più semplicemente TFCA.

Dal lavoro di conservazione e protezione dei grandi parchi e delle specie più a rischio il passo è stato breve per arrivare a riconoscere la necessità di coinvolgere le tante comunità che vivevano, e vivono ancora oggi, ai margini delle aree di conservazione, e di identificare forme di economia che conciliassero la conservazione e la sopravvivenza delle comunità.

È del 2001 il primo studio firmato Cesvi sull’utilizzo di sistemi di irrigazione sostenibili come strumento di tutela e gestione responsabile delle risorse (acqua ed energia) e di protezione delle specie selvatiche, abbondanti nelle regioni a sud dove ancora oggi Cesvi concentra la maggior parte dei programmi. I sistemi di irrigazione sostenibile avevamo l’obiettivo di garantire agli animali i corridoi migratori necessari a tutelare lo scambio genetico e assicurare la sopravvivenza nei momenti più difficili (siccità e carestie). Ma anche promuovere un uso sostenibile delle risorse, attraverso l’utilizzo di colture ad alto rendimento (come le arance), in grado di generare un reddito sufficiente per garantire lo sviluppo delle comunità coinvolte e la copertura dei costi di manutenzione e funzionamento di strutture tecnologicamente innovative.

A distanza di quasi vent’anni il lavoro fatto sul campo è encomiabile. Sono 12 le comunità coinvolte finora nella produzione di prodotti ad alto valore e altre stanno per aggiungersi al numero. Si cimenteranno, a partire dai prossimi mesi, nella coltivazione di arance, paprika e zafferano, allo scopo di continuare ad aumentare il valore del prodotto coltivato e al contempo di ridurre la superficie coltivata, garantendo la possibilità per l’area di rigenerarsi dopo decenni di sovrapascolo, disboscamento e utilizzo insostenibile delle risorse.

All’inizio di questa avventura le stagioni erano tendenzialmente regolari e i cicli di siccità e piovosità prevedibili, ma oggi, anche a causa dei cambiamenti climatici che hanno esacerbato l’estremità degli eventi, la siccità sta diventando un fenomeno pressoché permanente, seguita spesso da piogge torrenziali che arrecano più danni che benefici. Solo negli ultimi 5 anni, lo Zimbabwe ha subito due tra le peggiori siccità dalla metà del ’900. Dall’inizio del secolo scorso, la stagione 2019-2020 si ritiene sia seconda, per mancanza di precipitazioni, solo alla grande siccità del 1992. Tutti i raccolti piantati in aree non irrigate sono stati persi e, anche per le comunità che hanno a disposizione impianti irrigui, la mancanza di energia elettrica – dovuta in buona parte all’assenza delle piogge che hanno impedito il pieno utilizzo della diga idroelettrica di Kariba – ha compromesso la produttività. L’eccessiva erosione causata dal sovrapascolo di bovini e ovini, il taglio indiscriminato degli alberi utilizzati come combustibile e la mancanza di piani di gestione del territorio, completano un quadro tragico in cui si riportano oltre 6 milioni di Zimbabwani dipendenti dagli aiuti umanitari per sopravvivere fino al prossimo raccolto.

E così anche molte delle comunità in cui Cesvi lavora, hanno perso la maggior parte dei raccolti e con grande difficoltà faranno fronte agli investimenti necessari per affrontare la prossima stagione. L’aranceto di Shashe, progetto virtuoso di sviluppo sostenibile promosso da Cesvi negli ultimi anni, sta subendo una crisi senza precedenti. A causa di una tromba d’aria che ha divelto parte della precaria linea elettrica, è senza elettricità da novembre e a nulla sono serviti gli sforzi della comunità che ha visto i suoi preziosi alberi ingiallire e seccarsi in attesa delle prime gocce d’acqua che sono arrivate, ma con oltre due mesi di ritardo. Simile è la situazione della maggior parte delle altre comunità, incapaci di far fronte a una crisi di portata globale.

Il messaggio è ormai chiaro a tutti e le comunità con le quali Cesvi lavora stanno cercando in ogni modo di rialzarsi e dare un messaggio di speranza. Messaggio che parte proprio dalla gestione oculata delle proprie risorse, dall’uso sostenibile di acqua, energia e territorio. Grazie alla solarizzazione che Cesvi sta promuovendo, stiamo cercando di ovviare alla mancanza di energia per  poter pianificare i raccolti in maniera più sicura puntando ad aumentarne la qualità sul mercato. Attraverso l’introduzione di sistemi d’irrigazione moderni e più efficienti riusciamo a contenere l’utilizzo d’acqua di oltre il 60%, riducendo inoltre il dilavamento dei fertilizzanti e garantendo una produzione più sana e meno costosa.

Le comunità rurali dello Zimbabwe sono un esempio di come sia indispensabile pensare globalmente ed agire localmente, perché ognuno di noi, può e deve fare la sua parte per contrastare i cambiamenti climatici e per conservare il proprio territorio, senza per questo dover rinunciare al progresso e all’ambizione di poter dare un futuro migliore ai propri figli.

Cesvi fa questo ogni giorno coinvolgendo le scuole per insegnare agli studenti a prendersi cura del proprio paese,  promuovendo l’uso di tecnologie appropriate in grado di ridurre i rischi climatici o anticipandone gli effetti; facilitando l’accesso al mercato e collegando le comunità rurali al settore privato, promuovendo sinergie tra le parti, per garantire la sostenibilità futura dell’intervento.

Il 2020 per lo Zimbabwe verrà ricordato come un anno di estremi sacrifici e grandi difficoltà. Il nostro obiettivo è che possa essere ricordato come l’anno in cui abbiamo imparato dai nostri errori e dalle difficoltà, trasformandole in opportunità per innovare e riscattarci.

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Cesvi continua ad essere al fianco delle comunità più vulnerabili e lavora alacremente per aumentare sempre di più la capacità di risposta a queste emergenze. Aiutaci a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e a garantire la sicurezza alimentare della popolazione: dona ora.