Costruire un mondo più sano ed equo è possibile, grazie alle donne

In questa Giornata Internazionale vogliamo celebrare tutte le donne che con impegno e sacrificio, con passione e tenacia, lottano per i propri diritti, per emanciparsi, per fare sentire la propria voce e costruire un futuro di dignità e rispetto per tutte e tutti in ogni parte del mondo.

Per “accelerare il progresso” è necessario investire oggi nelle donne, dichiarano le Nazioni Unite in occasione dell’8 marzo. In un mondo messo alla prova da molteplici crisi – come le guerre, l’aumento della povertà, l’impatto dei cambiamenti climatici – la soluzione per affrontare queste sfide è quella di dare potere alle donne, da sempre motore di sviluppo, veicolo per costruire un mondo più sano, più sicuro e più equo per tutti.

Garantire l’empowerment delle donne è essenziale per raggiungere l’uguaglianza di genere, e significa garantire un lavoro dignitoso, indipendenza, opportunità di istruzione e formazione, la possibilità di incidere a livello decisionale e contribuire così a una crescita economica più inclusiva e sostenibile.

Ma non è propriamente la realtà di fronte alla quale ci troviamo oggi in cui 1 donna su 10 vive in condizioni di estrema povertà. Se questa tendenza attuale continuerà, entro il 2030 oltre 342 milioni di donne e ragazze potrebbero vivere in condizioni di estrema povertà (220.9 milioni solo in Africa subsahariana).

In ogni ambito le donne, insieme ai bambini – dei quali si prendono cura per 3/4 rispetto agli uomini – sono quelle che rischiano di più, che maggiormente pagano le conseguenze delle crisi.

Il divario di genere nell’insicurezza alimentare è cresciuto con il 31,9% delle donne che vive in condizioni di moderata o grave insicurezza alimentare rispetto al 27,6% degli uomini. Il cambiamento climatico inoltre potrebbe spingere fino a 158,3 milioni di donne e ragazze in più verso la povertà entro il 2050.

Una tendenza che va necessariamente invertita e che noi di CESVI cerchiamo da sempre di contrastare attraverso i nostri interventi di emergenza e di sviluppo. Garantire protezione e cura, così come educazione e formazione sin dall’infanzia è uno dei nostri impegni prioritari grazie al Programma Case del Sorriso in 5 Paesi del mondo. Offrire opportunità professionali, conoscenze tecniche e strumenti significa crescere e formare donne forti, consapevoli, in grado di incidere positivamente e proattivamente nel futuro. Nelle Case del Sorriso infatti bambine e donne, vittime di povertà, violenze, o provenienti da contesti colpiti da gravi emergenze umanitarie, trovano riparo e protezione, possono studiare, formarsi e costruire la propria indipendenza.

Come Bukelwa che ha trovato supporto insieme ai figli nella Casa del Sorriso di Capetown, Sudafrica, dedicata alle vittime di violenza domestica e dove possono trovare un ambiente sicuro e protetto, per iniziare un percorso di recupero e formazione mirato all’autonomia e all’indipendenza economica. Oggi Bukelwa segue con passione ed entusiasmo un corso di cucito professionale, ha ritrovato la speranza e desidera aprire una sua attività per garantire a se stessa e ai suoi figli un nuovo futuro. Anche Katherine ha grandi progetti per il suo futuro grazie al supporto ricevuto con il programma Casa del Sorriso a Lima in Perù, dove noi di CESVI accogliamo giovani donne e mamme offrendo loro la possibilità di costruire un piano di vita che garantisca loro autonomia, e indipendenza economica. “Il programma Casa del Sorriso mi ha aiutato molto, qui studio cosmetica e sto gettando le basi per aprire una mia attività. Oltre alle competenze tecniche ho potuto sviluppare la pazienza, il rispetto e l’empatia. Il progetto mi ha aiutato a crescere e a studiare ciò che mi piace di più. In futuro mi vedo come una professionista e desidero incoraggiare altre persone che vogliono realizzare se stesse, di fronte a mille cadute bisogna sempre rialzarsi e andare avanti”, ha concluso Katherine.

Nei Paesi colpiti da povertà e fame, spesso a causa del cambiamento climatico, invece noi di CESVI interveniamo per sostenere le comunità nella capacità di prevenire e affrontare le catastrofi, offrendo strumenti, opportunità di formazione, investendo nelle capacità locali, in particolare nelle donne. È quello che sta accadendo in Zimbabwe, dove insieme a decine di donne agricoltrici abbiamo trasformato l’agricoltura locale da sussistenza a commerciale. In un territorio arido colpito da fame, povertà e dagli effetti del cambiamento climatico, grazie ad un sistema di irrigazione innovativo, all’utilizzo di energia solare, all’introduzione di nuove colture, più efficaci e redditizie (come arance e paprika), oggi 12 comunità, guidate proprio da gruppi di donne, possono vivere e guardare al futuro con speranza. Donne e mamme oggi diventate agricoltrici professioniste, ma anche imprenditrici, che si prendono cura del proprio terreno con capacità e conoscenza tecnica, del commercio dei suoi frutti e continuano ad occuparsi della famiglia. Come racconta Mbona: “Prima del progetto avevamo problemi di fame e di sicurezza alimentare. Questo progetto ha cambiato la nostra vita: ora abbiamo cibo e denaro. Tutto questo mi ha permesso di mandare i miei 3 figli a scuola e poter pagare le tasse scolastiche”.

Sono solo alcune delle testimonianze dai nostri progetti che dimostrano quanto potenziale racchiudano in sé le donne e di come grazie alle giuste opportunità e strumenti possano contribuire a cambiare le sorti di un’intera comunità e della propria esistenza.

Ma in questa giornata dall’alto valore simbolico non possiamo non ricordare tutte le donne che in questo momento nel mondo si trovano ad affrontare situazioni di emergenza particolarmente gravi e complesse, come le guerre. Il nostro pensiero va a tutte le donne, mamme, bambine, che a Gaza e in Ucraina sopravvivono a fatica a causa di guerre ingiuste e devastanti. In Ucraina quest’anno circa 14,6 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria, di questi il 56% sono donne e ragazze, categoria estremamente vulnerabile perché spesso prive di risorse e più esposte ai rischi di protezione, come la violenza. A Gaza al ritmo attuale, una media di 63 donne viene uccisa ogni giorno, di queste 37 madri che non potranno più garantire protezione e nutrizione adeguata ai propri figli. Una situazione devastante che striamo fronteggiando con i nostri interventi di supporto psicosociale in Ucraina e di supporto nutrizionale a Gaza.

Continua a sostenerci e insieme potremo garantire a sempre più donne e bambine sostegno e opportunità per costruire un futuro migliore per tutti. Sostieni i nostri progetti.

Fonte dati: UN WOMEN.