Niger: l’impegno di uomini e donne per la rinascita della comunità

Il Niger è un paese dell’Africa occidentale senza sbocchi sul mare, con una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti, occupata principalmente nel settore agricolo (76%). È uno dei paesi più poveri al mondo ed è il terzo paese più vulnerabile al mondo, il che significa che è particolarmente fragile e incapace di affrontare i pericoli a cui è esposto (World Risk Index 2018).

Fame e malnutrizione infantile sono un grave problema: il Niger è al 101° posto tra i 117 paesi presenti nell’Indice Globale della Fame 2019.

Il Niger – e il suo settore agricolo in particolare – è altamente esposto a diversi shock quali siccità, invasioni di locuste, malattie del bestiame, impennate dei prezzi alimentari e instabilità politica. Inoltre la vastità di terreni aridi, la carenza di competenze tecniche e strumenti adeguati in agricoltura sono le principali cause dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione, che ogni anno mietono vittime principalmente tra i bambini. Molti nigerini hanno una dieta povera, scarsamente diversificata e fortemente incentrata su prodotti alimentari di base. La nutrizione dei neonati e dei bambini nigerini è purtroppo inadeguata.

In questo difficile contesto, Cesvi e Welthungerhilfe (membri del network europeo Alliance2015) hanno dato vita a un progetto di sostegno per 3.500 famiglie dei comuni di Diffa e Gueskérou. Grazie al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) quasi 25.000 persone hanno acquisito nuove competenze utili a migliorare la produzione agricola, sfruttando le tecniche di ottimizzazione del raccolto per mitigare gli effetti drammatici del cambiamento climatico e andare incontro ai bisogni delle famiglie che hanno meno risorse economiche, incluse quelle dei rifugiati dai paesi limitrofi.

Nel villaggio di Gorodi abbiamo conosciuto Fanna Moustapha, 40 anni, nigerina, e coltivatrice che ha sempre provveduto in prima persona al sostentamento del marito ipovedente e dei loro quattro figli. Prima dell’inclusione nel progetto Fanna praticava la coltura pluviale: “Affidarsi al cielo per noi agricoltori è un rischio che può portare a morire di fame. Ogni anno la terra è più secca e meno coltivabile, il cibo a disposizione è scarso e la convivenza tra nigerini e rifugiati di altri paesi rende l’accesso al cibo più difficile perché condividiamo la stessa terra e le poche risorse”.

Fanna oggi è membro del comitato femminile del villaggio e ha partecipato attivamente a molte attività di progetto: la distribuzione di semi e fertilizzanti alle famiglie; l’individuazione delle persone più bisognose per dare loro un lavoro ; e l’accesso ai buoni alimentari destinati ai nuclei familiari più numerosi. Ha promosso nel villaggio i corsi di tecnologia agricola moderna e ha preso parte ai jardins en sac, coltivazione senza terra che assicura la produzione permanente di ortaggi.

Anche Malan Kondo Malan Kiari, 42 anni, che vive nel villaggio di Albassan Gachoua, ha perso tutto a causa di Boko Haram e ora sta cercando di ricostruire la sua vita. Malan era un operoso agricoltore e pescatore lungo il fiume Komadougou, al confine tra Niger e Nigeria, e racconta: “A causa delle continue incursioni di Boko Haram la mia attività economica si è interrotta bruscamente. La vita è difficile: ho sei figli che non possono andare a scuola, non avevamo più cibo, potevamo avere acqua solo recandoci al pozzo del villaggio, e il centro sanitario più vicino è a 3 chilometri di distanza”.

L’intero villaggio di Albassan Gachoua ha beneficiato del progetto. « Ho visto con i miei occhi i cambiamenti avvenuti grazie a questo progetto. Sono diventato mediatore comunitario, mi prendo cura di ogni famiglia, e invito tutti a partecipare alle attività proposte ». Anche la famiglia di Malan ha beneficiato dei buoni alimentari e dei jardins en sac.

“Da quando i responsabili di Cesvi e Welthungerhilfe sono arrivati la nostra vita è migliorata, adesso possiamo solo pregare che torni presto la pace nella nostra martoriata regione”.

 

 

Foto di: Waouh Agency