Siccità: il nostro impegno nel Corno d’Africa

La siccità è una delle maggiori minacce allo sviluppo sostenibile, soprattutto nei Paesi del sud del mondo, ma è sempre più diffusa anche in aree solitamente meno vulnerabili del pianeta.

Secondo le previsioni, infatti, entro il 2050 la siccità potrebbe colpire oltre tre quarti della popolazione mondiale.  Frequenza e durata delle siccità sono aumentate del 29% dal 2000, rispetto ai due decenni precedenti (WMO 2021).

Somalia, Etiopia meridionale e sud-orientale, Kenya settentrionale e orientale sono alle prese con la più prolungata siccità mai registrata nel Corno d’Africa. In questa area dopo 3 anni di siccità (che equivalgono a cinque stagioni consecutive di piogge scarse), a marzo di quest’anno in alcune zone si sono scatenate violente piogge che hanno provocato gravi inondazioni a causa dell’aridità che ha rovinato il suolo, rendendo più difficile l’assorbimento dell’acqua piovana.

Per la siccità prima e le inondazioni poi, oltre 23.5 milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia vivono con alti livelli di sicurezza alimentare. Oltre 13.2 milioni di capi di bestiame – su cui si basa il sostentamento di migliaia di famiglie – sono morti, e con essi sono andate perdute le coltivazioni e la possibilità di sfamare le famiglie. Secondo le stime ONU, infatti, quest’anno i bambini gravemente malnutriti nei tre Paesi raggiungeranno i 4.3 milioni.

In Somalia, dove è presente dal 2006, CESVI opera nei settori della salute, della nutrizione, dell’igiene, dell’agricoltura e allevamento e per rafforzare la resilienza delle comunità alle conseguenze del cambiamento climatico.

Particolare attenzione è dedicata a mamme e bambini seguiti nei 6 centri di salute – 3 nell’area urbana di Mogadiscio (Regione di Banaadir) e 3 nei villaggi rurali di Ceelguula nel distretto di Hobyo e Wargalo e Gal-barwaaqo nel distretto di Gaalkacyo (Regione del Mudug) specializzati in programmi di nutrizione oltre che di cura.

L’impatto della siccità nei bambini infatti è deleterio: all’inizio dell’anno, si stima che il numero dei bambini con malnutrizione acuta fosse di oltre 1,4 milioni, di cui 329.500 con malnutrizione acuta grave. Il numero è però destinato a crescere nel corso del 2023. Lo scorso anno oltre 21.000 bambini sono stati vittime della siccità.

 “Mohamed era gravemente malato e sembrava molto magro quando l’ho portato al centro nutrizionale di Galbarwaaqo.” Racconta Safiyo Moalim, mamma beneficiaria dei progetti CESVI.  “Siamo stati sfollati a causa della siccità nella zona e abbiamo chiesto aiuto al centro. Mio figlio è stato sottoposto a screening e registrato nel programma OTP. Ogni settimana gli è stata somministrata una razione di plumpynut e cure mediche. Migliorava di settimana in settimana, si ammalava meno e il suo appetito cresceva. Gli operatori sanitari sono venuti a controllarci anche a casa. Mi sono sentita speciale. Dopo sei settimane di cure, mio figlio si è ripreso completamente, non è più malato e mangia bene. Vorrei ringraziare Cesvi per questo incredibile sostegno” conclude Safiyo.

Nella regione del Lower Shabelle (alle porte di Mogadiscio), CESVI lavora inoltre 12 villaggi con altrettanti gruppi di donne – 120 in totale – per avviare la coltivazione di verdure adatte al clima arido e al contempo altamente nutrienti all’interno degli orti domestici. I gruppi di donne vengono messi in contatto con dei distributori agricoli della regione che forniscono loro i kit di sementi e tutti gli attrezzi agricoli per l’avvio della produzione. I kit contengono semi di: carote, zucche, angurie, spinaci, cipolle, lattuga e peperoni.

L’obiettivo del progetto è di incrementare la produzione di cibo altamente nutriente per consentire alle famiglie di contrastare la malnutrizione e di incrementare i propri guadagni attraverso la vendita di prodotti agroalimentari. Allo stesso tempo, alle donne vengono forniti training sull’educazione e l’alimentazione sana e nutriente per i bambini, che a loro volta dimostreranno alle proprie comunità.

La giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità di quest’anno è dedicata proprio ai diritti delle donne come sottolineano le Nazioni Unite “investire nella parità di accesso delle donne alla terra e ai beni ad essa associati è un investimento diretto nel loro futuro e in quello dell’umanità. È tempo che le donne e le ragazze siano in prima linea negli sforzi globali di ripristino della terra e di resilienza alla siccità.”