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Ragazzi della Casa del Sorriso di Harare, Zimbabwe. Foto di Roger Lo Guarro.

Figli di genitori divorziati che vivono sotto lo stesso tetto del nuovo compagno/a della madre o del padre: in Zimbabwe è una situazione piuttosto comune, spesso all’origine di situazioni familiari di conflittualità. Non sempre infatti la presenza in casa di figli del precedente matrimonio è vissuta serenamente. È ciò che è accaduto qualche anno fa a Tinotenda, orfano di madre a 14 anni.  Rifiutato dalla nuova moglie del padre, fu costretto a trasferirsi dalla nonna materna.

Fino a quando le fu possibile, la nonna si fece carico di tutte le spese necessarie a farlo studiare. Finiti i soldi, a Tinotenda non restò altra scelta che tornare a casa del padre. La situazione in famiglia era sempre la stessa, e non passò molto tempo che il ragazzino si ritrovò solo per le strade di Harare, città in cui il fenomeno degli street children è drammaticamente diffuso.

Tinotenda trovò rifugio in un vicolo, dove un gruppetto di ragazzi di strada passava la notte. Era luglio, pieno inverno australe. La prima notte non è mai facile per gli ultimi arrivati, e anche Tinotenda fu vittima di intimidazioni e bullismo da parte dei ragazzi più scafati. Altri invece furono più amichevoli e lo invitarono a seguirli alla Casa del Sorriso che Cesvi gestisce da tanti anni ad Harare.

Tinotenda era felice: era la cosa più simile a una casa che potesse venirgli in mente. Fu subito invaso da un senso di sollievo e gioia spontanea. Mano a mano che si avvicinava l’ora della chiusura del centro però, la serenità e la spensieratezza lasciavano il posto alla paura. L’idea di passare un’altra notte in strada lo terrorizzava.

Si avvicinò a un membro dello staff e gli chiese consiglio su cosa fare. L’operatore si informò sulla sua situazione familiare e Tinotenda fornì il contatto della nonna, unica persona cui sentiva di potersi rivolgere. Messa al corrente della situazione, la nonna chiese subito alla figlia, zia materna di Tinotenda, se poteva ospitare il ragazzino.

La zia accettò subito; da allora lei e il marito si prendono cura di Tinotenda come un figlio; il padre biologico ha rinunciato alla sua presa in carico, e loro ne hanno ottenuto l’affidamento. La Casa del Sorriso si è offerta di sostenere le spese dell’educazione di Tinotenda. Nel 2015 il ragazzo ha ripreso gli studi, e ora che di anni ne ha quasi 18 è pronto per il diploma di scuola superiore.

La storia di Tinotenda è la prova del fatto che prima un bambino viene tolto dalla strada, maggiori saranno le probabilità di successo nel reintegrarlo nella società. Tinotenda è stato molto fortunato, ma molti altri non hanno la stessa fortuna. Sono solo bambini, e si ritrovano a pagare con la propria vita l’irresponsabilità di chi li ha messi al mondo. La Casa del Sorriso è lì per loro, pronta ad accogliere chi ne ha più bisogno.

La Casa del Sorriso: un luogo sicuro e accogliente per i bambini di strada

La Casa del Sorriso di Harare è un centro diurno per i bambini e i giovani che vivono nelle strade della capitale. Nella maggior parte dei casi sono gli operatori stessi a parlare loro della struttura e di ciò che vi possono trovare. Lo staff porta infatti avanti una costante attività di monitoraggio per intercettare i nuovi ragazzi che arrivano in strada. Cerca inoltre di rintracciare le famiglie e ne promuove la riunificazione con il giovane scappato di casa.

Nel 2017 la Casa ha fornito supporto nutrizionale, educativo, sanitario e psico-sociale a un totale di 517 bambini e ragazzi. Nel 2018 vogliamo fare di meglio, e offrire gli stessi servizi a 600 street children.

Aiutaci a mantenere la promessa!

 

Foto di Roger Lo Guarro