Libano: il riscatto delle donne passa dal lavoro

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Fonti governative e indipendenti calcolano che 270.000 rifugiati palestinesi e 1,5 milioni di siriani, circa un quarto della popolazione libanese, si siano rifugiati in Libano, mettendone a dura prova servizi, infrastrutture e accesso ad attività occupazionali e remunerative (Banca Mondiale, 2018). Il tasso di disoccupazione tra i giovani è al 34%, sale a oltre al 50% tra i giovani siriani e colpisce le donne in misura maggiore rispetto agli uomini.

Per combattere questo trend, Cesvi realizza un programma di formazione professionale con l’obiettivo di trasferire ai giovani siriani e libanesi quelle conoscenze e capacità professionali imprescindibili per essere competitivi su un mercato del lavoro piuttosto scarno, e migliorare così le proprie condizioni di vita. Grazie a questo programma, 308 giovani donne di 6 diverse regioni hanno avuto l’opportunità di partecipare a corsi di alfabetizzazione e calcolo matematico per sopperire alle lacune causate da tanti anni di sfollamento; 558 ragazze hanno invece potuto seguire un percorso professionale a propria scelta tra i 21 proposti; la scelta varia tra corsi di cucina, carpenteria, inglese, artigianato, estetista, parrucchiere, restauro, assistenza infermieristica, disegno grafico e tanti altri – tutti proposti in seguito a un’analisi delle necessità di mercato.

E così è successo ad Amira, diciannovenne di origini siriane che ha lasciato il suo Paese insieme alla madre e ai tre fratelli. Al suo arrivo in Libano ha trovato lavoro come assistente di un parrucchiere, ma era alle prime armi e il suo salario era molto basso. Il corso per parrucchiere organizzato da Cesvi le ha fornito, oltre alle conoscenze tecniche, anche un certificato professionale. Lo appenderà nel negozio dove ha trovato lavoro, che è lo stesso dove ha svolto il tirocinio previsto dal percorso proposto da Cesvi. Appenderà il suo certificato nella cornice realizzata da Fatima, ventitreenne libanese, che ha imparato a lavorare il legno, il vetro e la cera al corso di artigianato, e le cui opere sono in vendita sulla pagina Facebook che ha creato per farsi pubblicità. Anche Zeinab si fa conoscere attraverso lo stesso social network, ma lei vende dolci occidentali e orientali che ha imparato a cucinare grazie al corso di pasticceria. Per ora fa tutto da casa ma, se le cose andranno come spera, un giorno vorrebbe aprire una piccola pasticceria.

Anche lo sguardo di Samah è rivolto al futuro: il suo obiettivo è l’università. Per ora un pezzo di strada l’ha già coperto grazie al corso per infermieri, che le ha permesso di trovare lavoro come assistente a una donna paralizzata. Alaa invece è già abbastanza avviata nella sua professione grazie al corso di fotografia con cui è riuscita a trasformare un piacevole hobby in una fonte di reddito con cui  mantenersi. Sfrutta la popolarità delle stories di Instagram e Whatsapp per farsi conoscere, e segue matrimoni ed eventi privati, soprattutto quelli riservati alle donne.

“Date alle donne occasioni adeguate e saranno capaci di tutto”, diceva Oscar Wilde. In Libano, Cesvi ha fornito occasioni adeguate e 866 ragazze hanno dimostrato di essere capaci di realizzare “tutto”.

 

In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2019, abbiamo scelto di raccontare le protagoniste dei nostri interventi volti allo sviluppo sostenibile delle popolazioni più vulnerabili. Il Fondo Monetario Internazionale ci dice chiaramente che la crescita del mercato è legata all’emancipazione (economica) delle donne. Un’emancipazione che passa attraverso l’equa partecipazione ai mercati, il controllo sulle risorse produttive, l’accesso a un lavoro dignitoso e la partecipazione significativa ai processi decisionali.