Lovely ha ricominciato a sognare

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di Roberto Vignola
È notte nella favela di Warf Jeremie a Port Au Prince, capitale di Haiti, e la piccola Lovely è in preda a un terribile incubo mentre dorme insieme ai suoi quattro fratelli nell’unico letto della sua baracca di lamiera e cartone.

Lovely ha 12 anni e suo padre è morto durante il terremoto del 2010 quando ne aveva circa 6. Da allora ha incubi ricorrenti e sogna che l’acqua del mare si alzi improvvisamente generando uno tsunami che la trascina via. Questo trauma del terremoto e del possibile conseguente tsunami appartiene a moltissimi bambini che hanno vissuto la terribile esperienza del 2010 e tutt’oggi segna pesantemente le loro vite. Eppure Lovely apparentemente è una bambina serena che ama la vita e i giochi come suoi coetanei.

La sua mamma fa lavoretti saltuari come i fratelli più grandi ma la famiglia stenta a consumare anche un solo pasto al giorno. Per fortuna alla Casa del Sorriso del Cesvi, che Lovely frequenta insieme a circa 300 bambini del quartiere, è possibile almeno fare merenda e bere acqua pulita. Così quando il pasto di casa è misero c’è modo di integrare e di non andare a letto a stomaco vuoto.

Sono ormai 2 anni che la piccola Lovely passa le sue giornate alla Casa del Sorriso. “Questa scuola mi piace. Avevo frequentato un’altra scuola per 2 anni ma li mi rimproveravano e mi picchiavano sempre. Qui sto imparando tante cose, mi hanno anche aiutato a superare il trauma della morte di mio padre e del terremoto e posso giocare con i miei compagni e con la mia migliore amica Kendalove”.

Lovely è arrivata alla scuola della Casa del Sorriso senza sapere leggere e scrivere ma in soli 2 anni ha recuperato le sue lacune in diverse materie. Oggi è una bambina tranquila che ama la grammatica francese e i lavori manuali. Segue con profitto i corsi organizzati dalla scuola e passa il suo tempo libero nello spazio giochi della Casa. A guardarla così sorridente, insieme alla sua amica Kendalove, non si direbbe che ha vissuto un’esperienza così terribile. Ma in realtà tutti i bambini della favela hanno alle spalle un trascorso difficile fatto di traumi, miseria, violenza e povertà. Sembra un miracolo che in questo inferno di quartiere esista una vera e propria oasi di felicità, una Casa del Sorriso che grazie a sostenitori come te può far tornare bambino chi a soli 12 anni si trova ad affrontare le difficoltà della vita e fornire gli strumenti per costruirsi un futuro migliore e sperare in una vita diversa.

 

Foto di Roger Lo Guarro